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Biagini replica al Pd: "Ho tutelato l'onorabilità dell'amministrazione comunale"

A parlare è Roberto Biagini, che commenta l'uscita di Gnassi che nei giorni scorsi ha contestato la sua versione riguardo alla mancata candidatura nel Pd alle elezioni del 2016

"Leggo che anche il Pd, con lo stesso linguaggio di Andrea Gnassi, parla di “vendetta politica” di Roberto Biagini, come se il dovere inerente al ruolo di pubblico ufficiale che mi imponeva la carica assessorile, quello cioè di rivolgermi alla Procura della Repubblica nel momento in cui sono venuto a conoscenza di fatti penalmente rilevanti, o almeno giudicati dal sottoscritto tali, (luglio-agosto 2015) fossero il frutto di una “vendetta…preventiva” per un fatto (esclusione dalle liste) che si sarebbe verificato quasi una anno dopo (aprile 2016). Qui siamo oltre “la fantasia al potere” ma se il “convento passa quello”, se “l’intellighentia” del Pd si riassume in quelle frasi c’è solo da prenderne atto". A parlare è lo stesso Biagini, che commenta l'uscita di Gnassi che nei giorni scorsi ha contestato la sua versione riguardo alla mancata candidatura nel Pd alle elezioni del 2016.

"Consiglio però al Pd, locale e regionale, di andarsi a leggere interamente le 100 pagine di “accuse pretestuose” confezionate non dalla “vendetta politica dell’assessore Biagini contro la pubblica amministrazione”, ma dal lavoro scrupoloso e serio della Guardia di Finanza - continua Biagini - Secondo consiglio (non legale ma di opportunità) è quello di attivare immediatamente la “commissione disciplina, pari opportunità, probiviri ecc..” perché nelle 100 pagine emergono frasi volgari e sessiste nei colloqui tra due iscritti del Pd (un maschio e una femmina) tese a colpire e screditare l’operato di una consigliera regionale anch’essa del Pd, rea di aver parlato un po’ troppo con il sindaco Gnassi di una certa persona. Terzo consiglio, ad "adiuvandum": chiamare in causa anche un’associazione ornitologica visti “i volatili” che uscivano dalla bocca dei due interlocutori. Per concludere, evidenzio che l’amministrazione comunale è stata considerata “persona offesa” nel procedimento penale nato grazie al mio esposto e ho ampiamente sostenuto pubblicamente che essa ha il dovere, nel nostro interesse di cittadini, di costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento dei danni. Quindi io non ho screditato l’amministrazione comunale come ignobilmente scrive il Pd; ho agito per tutelarne l’onorabilità, sempre che ne possano capire la differenza, e non è necessario aspettare l’esito di un giudizio penale (deputato ad accertare tecnicamente i reati) per valutare e deplorare chi si è macchiato di fatti deputati a screditare il buon nome della politica e della pubblica amministrazione. Certo è che se la politica del Pd è quella di provare a mettere in cattiva luce nei confronti della pubblica opinione le persone che denunciano certe vomitevoli situazioni e non chiedersi, invece, il perché nascono e da chi sono alimentate e/o protette, non si deve poi lamentare del calo dei consensi".
 

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