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Chiara Bellini incontra l'associazione che gestisce barche storiche: "Task force per fondi e progetti"

"Dobbiamo mettere al servizio del volontariato una task force che l’aiuti a cercare fondi e creare progetti"

Una flotta di tre barche di proprietà dell’associazione Vele al Terzo, e una di un associato: più che un capitale nautico, un capitale storico e culturale, fatto di persone che mantengono vivo il ricordo delle tradizioni marittime riminesi. Persone che oggi hanno voluto incontrare Chiara Bellini, vicesindaca per il candidato sindaco Jamil Sadegholvaad per ricordare l’esistenza a Rimini di una missione culturale, storica e sociale. Sì perché sulle tre barche d’epoca restaurate e gestite dall’associazione Vele al terzo di Rimini - un lancione, l’Amarcord che è pure l’ammiraglia della flotta, due battane, la Piera e Vanina (quest’ultima in gestione al museo Scaion) e infine il trabaccolo associato Arcioun - vengono organizzate gite anche per enti ed associazioni che si occupano del disagio o della disabilità delle persone.

"È stato un incontro bellissimo – ha detto Chiara Bellini, una volta ormeggiata l’Amarcord – il presidente dell’associazione Alberto Cecchetti, l’architetto Gian Maria Mondaini che è stato un vero anfitrione nella storia delle vele al terzo e lo skipper Andrea Ambrosani hanno voluto farmi conoscere il loro lavoro, anche in mare. Al di là delle barche, oggi ho incontrato un’altra esperienza del volontariato così diffuso a Rimini. Operazioni culturali e sociali come questa, che si finanziano da sole, che aggregano saperi ed energie, che cullano le nostre tradizioni e i nostri valori più ancestrali, sostenute dalla forza del volontariato devono avere un’attenzione maggiore attraverso la partecipazione. A me piacerebbe lavorare di più con i cittadini e le associazioni, mettendo più forze in campo. L’ente pubblico può coadiuvare l’associazionismo, anche solo organizzando una task force che li aiuti a trovare i fondi, e tanti ce ne sono da cercare e catturare con progetti ad hoc, dalla Regione all’Europa, per il loro sostegno".

"L’associazione delle Vele al Terzo conta un centinaio di soci, ma sono molte di più le persone gravitate intorno alla loro attività di recupero delle tradizioni del mare – continua Chiara Bellini –. Certo, ora sono scafi per diportisti, ma quelle barche hanno per decenni rappresentato il lavoro dei pescatori o dei naviganti del piccolo cabotaggio trasportando merci nell’alto Adriatico, fino al tramonto, negli anni ‘50, di un’epoca. E di un porto, quello riminese. Hanno chiesto a me e a Jamil di trovare una giusta collocazione per almeno uno dei simboli galleggianti della nostra tradizione, e di trovare i modi per contribuire alla nostra immagine turistica in modo più deciso, come avviene in altri comuni della Riviera. Questa realtà fa un servizio sotto molti aspetti alla comunità: storico, culturale, sociale. Molti ambiti nei quali la futura amministrazione riuscirà a valorizzarla, così come valorizzerà il variegato mondo del volontariato, mettendogli a disposizione quel che ha: fondi, energie, conoscenze amministrative, progettualità".
 

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