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Concessioni balneari, Pini: "Vendita o diritto cinquantennale"

Tra le migliaia di emendamenti presentati al DL sviluppo all'esame della Camera ce ne sono due a firma dell'onorevole Gianluca Pini della Lega Nord

Tra le migliaia di emendamenti presentati al DL sviluppo all'esame della Camera ce ne sono due a firma dell'onorevole Gianluca Pini della Lega Nord che si prefiggono, seppur con due soluzioni diverse ed alternative tra di loro, di risolvere la annosa questione delle concessioni balneari che il Trattato di Lisbona, assieme alla Direttiva Bolkestein, mettono a rischio assieme a circa 300mila posti di lavoro.

"Il meccanismo proposto dal giovane Deputato romagnolo della Lega è tanto semplice nella sostanza, quanto potenzialmente fruttifero per le casse dello stato - si legge in una nota della Lega -. Non solo infatti l'approvazione di tale emendamenti (o uno, o l'altro) risolverebbe la crisi del settore, smobilizzando investimenti ora fermi causa incertezza sul futuro, ma potrebbe portare da un minimo di 4 (in caso di cessione di diritto di superficie) ad un massimo di 10 miliardi di euro (in caso di alienazione) nelle casse dello Stato".

"L'Europa sul tema non ci ascolta e dato questo governo non ha nessuna voglia di applicare la delega che avevo inserito nella Legge comunitaria 2010 - commenta Pini - ho pensato di tornare ad un soluzione radicale sul problema. Ricordo che già nel 2010 si era provato di ragionare sul diritto di superficie, ma poi veti incrociati sulla durata avevano fatto saltare la norma. Ora - Conclude il deputato romagnolo - con la necessità di entrate certe da parte dello stato e la manifesta volontà di alienare patrimonio disponibile, penso vi siano le condizioni per affrontare il tema in maniera risolutiva e non pregiudizievole con soddisfazione dei concessionari, dello stato e soprattutto senza incappare nelle rigide e balzane regole comunitarie"

"Si attende ora il pronunciamento sull'ammissibilità di tali proposte al DL sviluppo, dopodichè, ne siamo certi, si scatenerà un interessante dibattito sul tema - continua la nota del Carroccio -. Del resto sono in ballo 300mila posti di lavoro e oltre 10 miliardi di possibili entrate per le casse dello Stato".

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