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Consiglieri di maggioranza lasciano commissione, "episodio gravissimo"

Il segretario provinciale del Pd di Rimini, Emma Petitti, condanna l'uscita dall'aula di alcuni consiglieri di maggioranza durante la commissione di martedì mattina, definendolo un episodio "gravissimo e irresponsabile"

Il segretario provinciale del Pd di Rimini, Emma Petitti, condanna l'uscita dall'aula di alcuni consiglieri di maggioranza durante la commissione di martedì mattina, definendolo un episodio “gravissimo e irresponsabile”. “La lunga riunione di maggioranza di lunedì si era conclusa con la condivisione del percorso e delle priorità costruite in questi mesi dal Pd insieme a sindaco e giunta, e approfondite positivamente con l'assemblea comunale e tutti i circoli”, sottolinea Petitti.

“Per queste ragioni appare del tutto inspiegabile la scelta di abbandonare la seduta della commissione da parte di alcuni consiglieri di maggioranza – tuona la democratica -. E' un metodo che appartiene al passato della politica italiana e riminese che il Pd non ha nessuna intenzione di assecondare e comprendere. Mi auguro che nelle prossime ore si giunga responsabilmente e rapidamente ad un chiarimento per evitare che anche in futuro si possano ripetere analoghe situazioni che non sarebbero comprese e tanto meno tollerate dai cittadini e dagli elettori di centro sinistra. L'obiettivo resta l'approvazione nei tempi previsti di questo bilancio, base del governo e della coesione sociale della città".

“Quello che è accaduto nella seduta congiunta della I e V commissione dipartimentale, convocata per l’approvazione di atti propedeutici e necessari al Bilancio, rappresenta senza dubbio uno sterile e nocivo rito della vecchia politica - evidenzia il sindaco Andrea Gnassi -. Sterile e nocivo soprattutto perché non prende atto delle condizioni oggettive in cui gli Enti locali stanno faticosamente componendo le loro programmazioni finanziarie, nell’anno forse più drammatico della crisi economica. Quanto accaduto è, a tutti gli effetti, uno schiaffo non tanto al Sindaco o alla Giunta ma alla Città, ai cittadini alla base ampia del Centro Sinistra al gruppo del Pd".

"La proposta di Bilancio che l’Amministrazione Comunale presenta ha richiesto cinque mesi di lavoro, duro, massacrante, dentro a quello che abbiamo definito un ‘bunker’, massacrati da una parte da un Governo che tratta i Comuni alla stregua di esattori e dall’altra da condizioni economiche che aumentano esponenzialmente le richieste di sostegno, aiuti, rafforzamento del welfare - continua Gnassi -. La nostra ipotesi, più volte illustrata e presentata alle forze politiche, sociali e economiche riminesi, tiene in considerazione questo complesso equilibrio, non tagliando servizi essenziali quali scuola welfare sicurezza, anzi spesso potenziandoli, e applicando le nuove disposizioni governative in materia fiscale in maniera equa e distribuita proporzionalmente. Proprio il confronto su larga scala, avvenuto anche nei circoli del Partito Democratico, dimostra che questo nuovo approccio è capito dalla gente, nel mare largo della città, piuttosto che dalle dinamiche interne, spesso autoreferenziali  e viziate da questioni personali".

"Evidentemente, anche nella maggioranza consiliare, pochissimi consiglieri del Pd, esperti in vecchie logiche,  hanno dimostrato di non tenere in conto tutto questo, preferendo rifugiarsi nelle ‘imboscate di palazzo’ tipiche di un mondo che non c’è più piuttosto che affrontare la richiesta di svolta dello sviluppo e di un diverso approccio al governo che ci è chiaramente venuto un anno fa dai riminesi -prosegue il primo cittadino -. Probabilmente c’è qualcuno che ha pensato o sta pensando che passata la nottata elettorale si possa ricominciare da dove ci si era fermati prima del voto. Con lo sviluppo quantitativo, con il cemento dei Piani Particolareggiati e la difesa di interessi particolari o consociativi, con regole ad elastico non uguali per tutti e non in tutte le parti della città. Qualcuno ha detto: “diamo un segnale”. E ha deciso, per farlo, di utilizzare strumentalmente la sessione di bilancio".

"Per quanto mi riguarda il “segnale” che voglio dare alla Città è che il patto elettorale non ammette deroghe o tradimenti su un nuovo modello di sviluppo sostenibile per Rimini - aggiunge Gnassi -. Non è più tempo di cortine fumogene, di pantomime, di minuetti, di imprecisati “segnali”. Perché non sono venute prima e nel merito le proposte? Abbiamo voluto e svolto 5 mesi di discussione analisi confronto nel gruppo nella maggioranza, nella città e, per quanto riguarda il PD, in tutti i circoli".

"Ci siamo confrontati anche con Regione, ANCI e Stato - prosegue il sindaco -. Ricordo che sono stati proprio i nostri approfondimenti riminesi a fare luce sulla sovrastima dell’IMU da parte del Governo. Oggi con una proposta in zona Cesarini, fintamente “per i più poveri”, mai avanzata prima nel corso dei 5 mesi e tecnicamente insostenibile, per dare un segnale su altri interessi di cui sopra, si colpisce la città, il lavoro e la straordinaria responsabilità della quasi totale maggioranza del gruppo PD, l’intera sua base e la coalizione di Centro Sinistra".

"E’ noto a tutti che sull’approvazione, o meno, del Bilancio previsionale si può andare a casa, non è necessario quindi che sia io a richiamare alla responsabilità. Per quanto mi riguarda, avendo ben presente nel cuore e nel cervello il mandato consegnato all’Amministrazione comunale 12 mesi fa dai riminesi, non ci starò a vestire i panni della foglia di fico ne questa volta ne mai”, conclude Gnassi.

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