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Crisi dei vongolari, Arlotti contro il Ministero: "Atteggiamento inaccetabile"

Una risposta di fronte a cui Arlotti si è dichiarato insoddisfatto. "Credo si manchi completamente di buon senso - commenta -. E' inaccettabile questo atteggiamento che tende ogni volta a scaricare il barile sull'Europa"

"Una risposta del tutto insoddisfacente, che indica come il Ministero non si renda conto dei danni che una normativa mal concepita sta recando al nostro sistema della pesca". E' il giudizio netto del deputato Pd riminese Tiziano Arlotti dopo la risposta, avuta martedì in commissione da parte del sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali Giuseppe Castiglione, all'interrogazione rivolta nelle scorse settimane al ministro Maurizio Martina.

Arlotti aveva chiesto al ministro di aiutare i pescatori, e in particolare i vongolari, a superare la crisi intervenendo con l'introduzione di una precisa normativa che consenta agli operatori di evitare sanzioni per il piccolo pescato che in ogni caso viene portato in superficie anche con le reti con maglie di misura disposta dalle recenti normative, e di ripristinare una tolleranza del 10% sul prodotto pescato, qualunque esso sia, in deroga alla taglia minima prevista dai regolamenti.

Nella sua risposta, il sottosegretario Castiglione ha ricordato che il decreto legislativo n. 4 del 2012, "in linea con gli impegni assunti a livello comunitario, vieta lo sbarco, il trasporto, il trasbordo e la commercializzazione di esemplari di specie ittiche al di sotto della taglia minima prevista dai Regolamenti comunitari e dalla norme nazionali derivanti; esclude, tuttavia, l’applicazione di sanzioni in caso di catture accessorie o accidentali di esemplari di dimensioni inferiori alla taglia minima, purché realizzate con attrezzi conformi alle pertinenti norme comunitarie e nazionali, regolarmente autorizzati dalla licenza di pesca e a condizione che il relativo prodotto sia rigettato immediatamente in mare".

Il sottosegretario ha evidenziato infine che "il quadro normativo nazionale, cui soggiace lo svolgimento delle attività di pesca sul nostro territorio, definito, a monte, da superiori disposizioni europee che non consentono possibilità di deroghe se non in senso più restrittivo, non può che riflettere tali norme cui l’Amministrazione deve necessariamente e imprescindibilmente fare riferimento".

Una risposta di fronte a cui Arlotti si è dichiarato insoddisfatto. "Credo si manchi completamente di buon senso - commenta -. E' inaccettabile questo atteggiamento che tende ogni volta a scaricare il barile sull'Europa. I pescatori stanno rispettando tutte le norme e nonostante questo non c'è la sensibilità da parte del Ministero di mettere mano ad una normativa che possa consentire loro di svolgere la propria attività. Ricordo che stiamo parlando di sistemi di raccolta a norma: gli operatori rispettano totalmente le regole, ma la normativa è concepita talmente male che ogni volta che escono per lavorare rischiano multe. In conseguenza di simili disposizioni, nel Compartimento marittimo di Rimini su tre anni di attività, rispettando chiaramente i fermi biologici, la pesca delle vongole è stata esercitata complessivamente per sette mesi, mettendo in seria difficoltà i lavoratori del comparto ittico e le loro famiglie. Di fatto per i vongolari con questa rigidità è impossibile lavorare".

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