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Danese stuprata, la Lega a Gnassi: "Il sindaco ha sempre guardato dall'altra parte"

Il segretario riminese del Carroccio: "Dov'era quando la Lega denunciavamo l’emergenza sicurezza anche nel nostro territorio?"

Dopo l'intervento di palazzo Garampi, diffuso nella giornata di mercoledì quando è emerso il nuovo stupro che si è consumato a Rimini, è la Lega ad attaccare il sindaco Gnassi per le sue parole. "Come mai girava libero e indisturbato un cittadino straniero che a proprio carico pare avesse più di un precedente riguardo violenze verso le donne? Perché non era in carcere?" si domandava il primo cittadino, aggiungendo: "Lo chiede la comunità riminese che condivide l’indignazione che è duplice: sia perché questo criminale fosse ancora a piede libero, sia perché non fosse fuori dall’Italia". Parole non gradite da Oscar Fabbri, segretario della Lega Rimini che attacca il sindaco: “Le parole di Gnassi sfiorano l’imbarazzo. Mi stupisco che non abbia accusato direttamente il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dell’illecita condotta del cittadino bengalese accusato di violenza sessuale ai danni di una giovane donna riminese. Fino a pochi mesi fa per il ‘nostro’ caro Sindaco, a Rimini andava tutto bene. Quando la Lega - non certo per diletto ma commentando i fatti - denunciava l’emergenza sicurezza anche nel nostro territorio, Gnassi si voltava dall’altra parte e con sufficienza liquidava le nostre denunce. Oggi, con un tempismo perfetto dalle pagine di un noto quotidiano locale, tuona invece allo scandalo, parla di giustizia e di certezza della pena. Peccato che così facendo abbia gettato alle ortiche la poca coerenza politica rimastagli, virando dall’immagine di Sindaco di un Comune cosmopolita, immacolato e consapevolmente accogliente, a quella di Sindaco ‘sceriffo’, che non ci sta a convivere con episodi di violenza e che, com’è logico, ne denuncia l’orrore. Benissimo. Non è la Lega a dover fare i conti con la sua coscienza. Ma suggeriamo in ogni caso un certo contegno. Non vorremmo trovarcelo a un gazebo in piazza Cavour con l’intento di sottoscrivere la tessera da sostenitore”. 

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