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Ridurre dell'80% la dipendenza dal gas russo. Sacchetti (Pd): "Procediamo con gli isolotti fotovoltaici"

Il segretario provinciale del Partito Democratico: "Non si può più attendere e va spinto forte il pedale dell’acceleratore sulla transizione energetica"

“Ben venga il Piano di Emergenza per l’Energia presentato martedì pomeriggio dalla Commissione Ue con l’obiettivo di ridurre dell’80% già da quest’anno la dipendenza dal gas russo, ma nella sua tragicità umana con evidenti ricadute economiche l’invasione dell’Ucraina ci dice che non si può più attendere e va spinto forte il pedale dell’acceleratore sulla transizione energetica”. Il segretario provinciale del Partito Democratico Filippo Sacchetti condanna con fermezza l’invasione russa ed esprime tutta la sua vicinanza alla popolazione ucraina, ma allarga la prospettiva alle nuove sfide da giocarsi al meglio con i fondi del Pnrr.

«Nel 2021, l'Italia ha consumato 71,34 miliardi di metri cubi di gas, di cui il 37,8 per cento in arrivo dalla Russia attraverso i gasdotti che hanno la loro porta d’ingresso al passo del Tarvisio. Il secondo fornitore è l'Algeria, con una quota del 28,4% attraverso il gasdotto sottomarino che approda in Sicilia a Mazzara del Vallo. Il Mare del Nord contribuisce ormai con una piccola quota (2,4%) così come il gas che proviene dalla Libia (4,3%, porta di ingresso a Gela). Negli ultimi anni ha assunto sempre più importanza il gas naturale liquefatto, dopo la realizzazione degli impianti di Livorno e Rovigo che si sono aggiunti allo storico rigassificatore di La Spezia, ma non è sufficiente” prosegue, rilanciando: “Non si può più prescindere dal percorrere la via delle energie rinnovabili: del fotovoltaico o dell’eolico a seconda dei casi, le principali forme di produzione che evitano le emissioni di gas clima-alteranti compatibili con il nostro territorio. Da un lato è necessario continuare a investire sull’efficientamento energetico di tutte le strutture pubbliche e agevolare il privato che intenda fare lo stesso, dall’altro bisogna mettere in campo tutta una serie di azioni, a partire dalla rimodulazione del progetto del Parco Eolico in Adriatico: non si può dire no a tutto e continuare a dipendere dall’importazione di gas con un balletto dei costi che mette in ginocchio famiglie e attività (basta vedere il caro gasolio che riflessi ha sulle nostre auto e sui pescherecci), bisogna rendere il Parco Marino compatibile sia sotto il profilo visivo che sotto quello della tutela della pesca. Posizione già sostenuta anche dall’assessora del Comune di Rimini Anna Montini”.

Non solo. “Colgo con grande favore anche l’ipotesi lanciata dalla stessa Montini in fatto di impianti galleggianti con tecnologia fotovoltaica, una tecnica oramai consolidata studiando bene tutti i sistemi di ancoraggio di questi isolotti e analizzandoli a tutela e a salvaguardia dell’ambiente marino. Così come va percorsa la strada delle comunità energetiche rinnovabili, che intendo approfondire anche con una prossima iniziativa mirata”.

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