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Politica

Elezioni amare per i 5 stelle: "Abbiamo anelli deboli"

Croatti e Sarti puntano il dito contro alcuni esponenti dello stesso partito che hanno remato "contro" in queste elezioni

Tre strategie diverse nel raggio di 50 chilometri e tre risultati che di fatto lasciano l'amaro in bocca. Il giorno dopo l'esito dei ballottaggi, che li ha visti sconfitti anche a Cattolica, nei 5 stelle in Romagna è il momento di tirare le somme. E secondo una prima analisi dei parlamentari Giulia Sarti e Marco Croatti, il problema è duplice: da un lato il Pd a livello locale non sempre è a favore dell'alleanza coi 5 stelle; dall'altro alcuni esponenti dello stesso M5s hanno remato "contro" in queste elezioni. "Purtroppo ci sono stati episodi di persone del Movimento usati ad arte dalla politica regionale e dai canali di comunicazione, istigati alla polemica pubblica contro il loro stesso M5s- puntano il dito Sarti e Croatti- un atteggiamento che disegna un quadro non ancora maturo, che presto verrà corretto dalle nomine della nuova organizzazione a supporto del presidente Conte". I parlamentari M5s parlano di "anelli deboli", i quali "non hanno contribuito né all'organizzazione né alla comprensione del messaggio politico. Volenti o nolenti sono stati fautori di atteggiamenti che hanno disorientato gli elettori, già perplessi da un quadro nazionale in completa evoluzione, contribuendo ad allontanarli ulteriormente dalla scelta del voto". A Ravenna l'M5s era nella coalizione di centrosinistra a sostegno del sindaco uscente, il dem Michele de Pascale, e ha preso il 3,9%. A Rimini, invece, i 5 stelle sostenevano l'ex vicesindaco Gloria Lisi, candidata contro il dem Jamil Sadegholvaad: l'M5s si è fermato al 2,45% mentre Lisi non è arrivata al 9%. Infine, a Cattolica i pentastellati erano schierati per la riconferma del loro sindaco uscente, Mariano Gennari, che ha preso il 27,6% al primo turno e il 36,5% al ballottaggio, mentre l'M5s ha ottenuto il 9,87%.

"Queste differenze di approccio in un territorio come la Romagna sono dipese da vari fattori", spiegano Sarti e Croatti. Prima di tutto, "il lavoro della coalizione progressista è appena incominciato" e l'M5s "si è dato una nuova organizzazione a elezioni in corso". Inoltre, "non si possono fare alleanze in laboratorio perché le differenze a livello locale, in alcuni luoghi, sono ancora marcate. Ci sono stati politici e amministratori che hanno lavorato per smussarle, altri invece hanno lavorato per evidenziarle". Come ad esempio Alessandro Belluzzi del Pd di Cattolica, citano i pentastellati, che ha sostenuto con forza la corsa dei dem senza allearsi coi 5 stelle. A Rimini, invece, "il Pd locale non ci ha permesso di sederci al tavolo progressista di lavoro per veti incrociati delle componenti calendiane e renziane locali", accusano i 5 stelle. A Ravenna, infine, il sindaco ha saputo "imporre la sua visione di coalizione" e così "una volta sciolti i nodi interni al Movimento, ci siamo seduti al tavolo di lavoro della coalizione sostenendo convintamente de Pascale". In questo senso, attaccano Sarti e Croatti, "quanto scritto dal segretario provinciale del Pd risulta alquanto fuori sincronia con le scelte del suo partito ed evidenzia o una strumentalizzazione, che riteniamo al momento inutile, oppure la poca consapevolezza della situazione e delle scelte politiche fatte dai politici del suo partito nel territorio". Infine, secondo i 5 stelle una così alta astensione "è una sconfitta per tutti. Questa tornata elettorale ha consegnato percentuali allarmanti di non votanti che hanno perso fiducia in questo sistema elettorale e nella rappresentanza espressa dal panorama politico nazionale". A tutti noi, il compito di ristabilire quel rapporto di fiducia con i cittadini".
(Agenzia Dire)

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