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Elezioni, Ceccarelli con Adinolfi: "Ho trovato nel Popolo della Famiglia grande sintonia: abbiamo la stessa moderazione"

E' stato presentato sabato sera  l'ultimo libro intitolato “Il grido dei penultimi” di Mario Adinolfi. Adinolfi, affiancato da Sergio De Vita, organizzatore dell'evento e candidato al consiglio Comunale di Rimini

E' stato presentato sabato sera  l'ultimo libro intitolato “Il grido dei penultimi” di Mario Adinolfi. Adinolfi, affiancato da Sergio De Vita, organizzatore dell'evento e candidato al consiglio Comunale di Rimini per il Popolo della Famiglia, ha accolto con entusiasmo il candidato sindaco Enzo Ceccarelli, chiamandolo al tavolo dei relatori. “La politica sbaglia quando si riduce a programmi, a croci su simboli, preferenze discritte su una scheda elettorale, senza riconoscere l'umanità degli elettori. Deve incontrare e ascoltare la voce dei cittadini, dare voce a chi non ne ha, perseguire la giustizia, restituire loro la dignità sociale e la possibilità di vivere bene” ha dichiarato.

“Ho trovato nel Popolo della Famiglia grande sintonia: abbiamo la stessa moderazione, visione e grande passione nel voler dare ai riminesi risposte concrete ai loro bisogni - ha dichiarato Enzo Ceccarelli - Abbiamo immediatamente aperto un dialogo, condividendo i tanti punti del programma". "Nell'attuale panorama politico manca chi intende farsi carico di un’opzione altra di cui il panorama culturale e politico ha senz’altro bisogno: i penultimi esistono, il ceto popolare esiste, quei bisogni hanno necessità di risposta, non foss’altro quella prima forma di risposta che è l’ascolto, come propone il libro di Adinolfi - afferma De Vita -. I penultimi altri non sono che  i milioni di italiani in difficoltà ora più che mai a causa della crisi economica e sociale che il Covid ha provocato. Cittadini soli, ancora più poveri e abbandonati  di cui nessuno raccoglie la richiesta d'aiuto”.

Le duecento pagine del libro, Il Grido dei Penultimi, sono storie, di interviste, di racconto del dolore proprio e altrui, di scenari desolanti dell’Italia post-Covid. Scritto nei mesi del lockdown, è nato da una conversazione pubblica su Facebook con il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi a cui Adinolfi ha chiesto esplicitamente di “non dimenticare il grido dei penultimi”.
 

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