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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Elezioni, "colpo di scena" per il Pd: accolti i ricorsi, la commissione nazionale ribalta la decisione provinciale

Accolti i ricorsi di Melucci e Valentini: "Tutto ritorna alla politica, che dovrà decidere in modo corretto come arrivare ad una proposta di candidatura a sindaco condivisa e unitaria"

Si apre un nuovo capitolo sulle elezioni amministrative a Rimini. All'unanimità la Commissione nazionale di garanzia del Pd ha ribaltato l'esito della decisione della Commissione provinciale in merito ai ricorsi presentati da Maurizio Melucci e dall'avvocato Jessica Valentini, sostenitori di Emma Petitti. Ad annunciarlo con una nota congiunta sono Melucci e Valentini.

In sostanza la Commissione ha ritenuto fondata la contestazione rispetto alla composizione della direzione comunale che era stata recentemente allargata (su ricorso del capogruppo Pd in consiglio comunale Enrico Piccari) da 52 a 75 componenti con l’aggiunta di sindaco, assessori e segretari di circolo. "La legalità nel Partito Democratico di Rimini è stata ristabilita. La Commissione Nazionale di Garanzia ha accolto, all’unanimità, il ricorso presentato contro l’allargamento dell’assemblea congressuale e direzione comunale del Pd di Rimini a componenti di diritto che avrebbero modificato la composizione numerica e politica dell’organismo in procinto di prendere decisioni di centrale importanza per il futuro del centrosinistra a Rimini, ossia la designazione del candidato a Sindaco alle prossime elezioni amministrative - affermano Melucci e Valentini -  La direzione comunale del Pd di Rimini, corretta, è dunque di 52 componenti come eletta dai congressi con il solo sindaco unico componente di diritto.
Un tentativo, evidente, di spostare la maggioranza a favore della candidatura di Jamil Sadegholvaad e penalizzare la Presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna Emma Petitti con un vero e proprio “colpo di mano” ".

Proseguono Valentini e Melucci: "Un ricorso inevitabile. Far passare sotto silenzio un tentativo maldestro di cambiare le regole del gioco e le carte in tavola, sarebbe stato, un gesto di oggettiva complicità.
Ricordiamo che tutto è iniziato con un ricorso presentato dal capogruppo del Pd in consiglio comunale che ha prodotto due risultati incredibili. Il primo la velocità di risposta. Al ricorso del capogruppo il presidente della commissione di garanzia regionale ha risposto in poche ore. Il secondo è il merito. Il presidente regionale “impone” per analogia ad altre situazione in regione che facciano parte dell’assemblea e direzione comunale ben 23 componenti di diritto. Spiace, politicamente, che la commissione di garanzia provinciale, abbia respinto il ricorso senza una motivazione seria e plausibile e non prendendo minimamente in considerazione che non è compito delle Commissioni di Garanzia del Pd allargare ai componenti di diritto gli organi eletti dai congressi. La Commissione Nazionale si è pronunciata in modo netto. Sono nulle le delibere della Commissione Provinciale di Garanzia e di quella Regionale. Vengono accolti 'i ricorsi di Maurizio Melucci e Jessica Valentini relativi alla parte in cui vengono considerati membri di diritto dell’assemblea congressuale per incompetenza delle Commissioni di Garanzia a determinare se e quali sono i membri di diritto di organismi assembleari elettivi' ".

Secondo Melucci e Valentini questa vicenda ha inevitabilmente anche un corollario politico. "I Presidenti delle Commissioni di Garanzia Provinciale e Regionale si sono dimostrati inadeguati a garantire il rispetto, imparziale, degli esiti congressuali e delle norme statutarie - chiosano - Siamo convinti che i problemi politici non si risolvono con i ricorsi ma neanche si aggravano con soluzioni “furbesche”. Crediamo anche che di questo tentativo erano a conoscenza e “complici politici” anche esponenti di primo piano del Pd regionale e locale. Ora tutto ritorna alla politica, che dovrà decidere in modo corretto come arrivare ad una proposta di candidatura a sindaco condivisa ed il più possibile unitaria."
 

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