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Riqualificazione, il deputato Pd Petitti attacca il "programma 6000 campanili"

A criticare l'operazione del ministro Maurizio Lupi, che ieri ha pubblicato la prima graduatoria degli enti che riceveranno i contributi a fondo perduto, è il deputato Pd riminese Emma Petitti

“Il programma 6000 campanili del ministero delle Infrastrutture non va: nessun finanziamento per i piccoli Comuni della provincia di Rimini”. A criticare l'operazione del ministro Maurizio Lupi, che ieri ha pubblicato la prima graduatoria degli enti che riceveranno i contributi a fondo perduto, è il deputato Pd riminese Emma Petitti. Il bando “6000 campanili” era riservato ai comuni sotto i 5.000 abitanti e assegnerà fondi per lo sviluppo e la riqualificazione per un totale di 100 milioni di euro nella prima tranche. In provincia di Rimini avevano partecipato larga parte dei Comuni della Valmarecchia e della Valconca.

“Già in commissione avevamo evidenziato i limiti dello strumento senza ricevere riscontri dal ministro – lamenta Petitti -. La pubblicazione della prima graduatoria del programma ha portato in evidenza tutti i problemi. La sostanziale assenza di Regioni significative come l'Emilia Romagna o la Toscana, la totale casualità nella redistribuzione di risorse a scapito totale di ogni logica qualitativa impongono una revisione di questa modalità, che si è rivelata una roulette per attribuire importanti risorse pubbliche. Se a ciò aggiungiamo che sono in arrivo ulteriori dotazioni finanziarie destinate esclusivamente alle regioni del Sud, si fa concreto il rischio che alla casualità e occasionalità si aggiunga anche la sperequazione territoriale”.

I progetti, ricorda la parlamentare, dovevano essere inviati unicamente tramite posta elettronica in una sorta di gara a cliccare per primi. “Non è corretto e serio che una partita così delicata e importante per le nostre piccole comunità si giochi sulla casualità dovuta alla rete e alla registrazione degli orologi. Inoltre vengono penalizzate le realtà che già soffrono il digital divide. In sostanza non viene per nulla valutata la condizione socioeconomica né la qualità del progetto, ma solo il microsecondo di ricevimento del progetto dal sistema. E' necessario perciò che il ministro chiarisca i criteri di valutazione delle domande e dei progetti: un'operazione così vitale per le nostre piccole comunità deve essere gestita entrando nel merito, con valutazioni oggettive delle condizioni socioeconomiche delle singole realtà e della qualità dei progetti proposti, dando spazio e valore alla meritocrazia e non alla casualità”.

Rimarca il parlamentare Tiziano Arlotti: “Già in occasione del passaggio della conversione del decreto del Fare in VIII commissione Infrastrutture e ambiente della Camera, di cui sono membro, avevamo evidenziato l'inadeguatezza del programma 6000 campanili previsto all'interno del decreto stesso. Inadeguatezza che è emersa in tutta la sua evidenza dalla graduatoria dei finanziamenti, assegnati non in base ad una valutazione di merito dei progetti, della loro qualità e localizzazione, bensì tramite una 'lotteria' che come ampiamente previsto non è stata in grado di applicare criteri qualitativi e ha affidato alla totale casualità l'allocazione delle risorse pubbliche. E' lampante che non tutti i Comuni partecipanti sono partiti dalla stessa linea di partenza: il divario digitale fra gli enti, la copertura della banda larga hanno determinato la vincita o meno".

"Essendomi confrontato sulla questione anche con i sindaci del nostro territorio, lunedì insieme al capogruppo Pd in VIII commissione della Camera Enrico Borghi depositerò un’interrogazione urgente affinché il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi venga a rispondere entro una settimana in Commissione sulla vicenda, come da regolamento - continua il parlamentare riminese Pd -. L'assegnazione dei fondi non può essere una lotteria, e bisogna anzi allargare la platea dei beneficiari. Per fare ripartire l'economia meglio premiare 1000 piccoli Comuni con 100.000 euro e non 100 con 1.000.000 di euro, a saldo invariato. Solo pochi mesi fa un altro bando, destinato al finanziamento degli impianti sportivi, ha visto migliaia di domande di partecipazione a fronte di una limitatissima disponibilità di fondi. Non si possono generare aspettative e costringere le piccole amministrazioni a impiegare risorse per preparare i progetti per concorrere e poi lasciarle con nient'altro che amarezza. Anche in questo caso bisogna più che mai cambiare verso”.

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