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Fondi per Rimini, bocciati tutti gli emendamenti in commissione: "Sempre più lontani i 18 milioni"

Lo fa notare Marco Di Maio, deputato e segretario della Commissione Affari costituzionali, che ha seguito e sta seguendo da vicino l'evolversi del dibattito attorno ai finanziamenti per i progetti delle città romagnole

"Nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio alla Camera, la maggioranza ha respinto tutti gli emendamenti presentati per assicurare alle città i fondi che erano già stati assegnati. Bocciata ogni proposta di modifica, respinti gli emendamenti che miravano a salvaguardare gli oltre 40 milioni di euro destinati alla Romagna tra Forlì, Ravenna, Rimini e Cesena". Lo fa notare Marco Di Maio, deputato e segretario della Commissione Affari costituzionali, che ha seguito e sta seguendo da vicino l'evolversi del dibattito attorno ai finanziamenti per i progetti delle città romagnole (e non solo); e che aveva presentato anche un emendamento specifico per tentare di salvaguardare i finanziamenti per Rimini e le altre città romagnole. 

"Per i Rimini il blocco dei fondi del bando periferie significa perdere 18 milioni di euro necessari a realizzare il progetto per la riqualificazione urbana e ambientale dell’area di Rimini nord - spiega il deputato romagnolo -, che a parole tutti volevano sostenere ma nei fatti c'è chi ha preferito seguire gli ordini di partito (o di movimento) anzichè le priorità di cittadini, associazioni e imprese. E' un insieme di interventi presentati dall'Amministrazione comunale, inseriti in una graduatoria di finanziamento nazionale pubblicata in Gazzetta ufficiale, le cui 'coperture' sono state certificate dalla Corte dei Conti. A suggellare il tutto, poi, la firma di una convenzione tra il sindaco e la Presidenza del Consiglio. Ora si vuole violare il patto tra la città e lo Stato solo per la furia di cancellare ciò che è stato fatto dal governo e dal parlamento precedenti, in barba all'impatto che ciò avrà sui cittadini e sulle comunità locali". "Faremo valere le nostre ragioni nel dibattito in aula - assicura il parlamentare romagnolo -: i patti si rispettano, sopratutto se a firmarli è lo Stato per realizzare opere che interessano tutti i cittadini, di ogni colore politico".

"Questo pomeriggio - ha annunciato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi - sarò a Roma, insieme a una delegazione di sindaci di di Anci, per incontrare il presidente del Consiglio dei Ministeri, Giuseppe Conte, in ordine al destino dei finanziamenti previsti da convenzioni già firmate e vidimate da Gazzetta ufficiale e Corte dei Conti sul Bando Periferie. L'intento di questo incontro è cercare di riportare ragione e perfino legalità a un dibattito politico che per ora non solo è stato caratterizzato da troppa sterile propaganda, a giustificare l'ingiustificabile; ma che soprattutto si è tradotto in atti contro 326 comuni, 20 milioni di cittadini. Dopo il voto al Senato, ecco ieri sera il voto in commissione Camera contro agli emendamenti di diversi parlamentari, in rappresentanza dei singoli territori danneggiati, che cercano non solo di salvare investimenti già sottoscritti e concessi e anche la faccia a uno Stato che finora hanno fatto strame di accordi, contratti, convenzioni, interesse delle comunità coinvolte. Non vorrei che i tentativi di difesa usati finora per questo voltafaccia siano l'antipasto di una portata indigesta che verrà servita in Parlamento a un buon terzo di italiani. Cosa spero, cosa speriamo noi sindaci dall'incontro con il Presidente Conte? Nulla più se non che sia ripristinata la correttezza di leggi e regole. E il ripristino dei finanziamenti a progetti che non appartengono a un partito o un sindaco ma esclusivamente alle comunità e ai territori che vogliano recuperare e riqualificare le loro periferie. Non chiediamo nulla di più di ciò che lo Stato ci ha già concesso con convenzioni firmate. Nel caso in cui anche questo incontro finisse con un nulla di fatto e si arrivasse a quello che uno Stato non dovrebbe mari arrivare a fare, come Comune di Rimini aderiremo sicuramente a ogni iniziativa- politica e legale- che porteremo avanti assieme a tanti altri Comuni italiani. Non solo, stiamo già ipotizzando di affiancare, anche come singola amministrazione comunale, uno specifico ricorso sul bando periferie Rimini Nord, visto che è opinione diffusa tra i legali che una richiesta di risarcimento per progetti già in fase esecutiva, e con lavori integrati già avviati, e altri pronti per essere messi a bando avrebbe ottime probabilità di essere accolta”.

Salvare il Bando Periferie è l'obiettivo dell'azione del Pd rispetto al Decreto Milleproroghe, che metterebbe a rischio su base nazionale il finanziamento di 1,6 miliardi e nello specifico per i progetti della Regione Emilia-Romagna 120 milioni di euro. "Siamo di fronte ad un vero e proprio furto ai danni delle comunità è impensabile che il Governo scippi ai territori fondi che garantiscono sicurezza e miglioramento della vita dei cittadini – dicono i consiglieri riminesi Nadia Rossi e Giorgio Pruccoli –. Proprio per ribadire il sostegno ai Comuni nella battaglia per il bando delle periferie abbiamo chiesto, attraverso una risoluzione, (che vede come prima firmataria la consigliera regionale Nadia Rossi), l’impegno della Regione in tutte le sedi istituzionali affinché gli enti locali non vengano privati di fondi necessari per rendere più sicure e vivibili le aree urbane che soffrono situazioni di degrado economico e sociale. La sicurezza non si fa solo attraverso il mantenimento dell’ordine pubblico ma anche attraverso processi di riqualificazione urbana. Nei fondi a rischio sono compresi anche i 18 milioni di euro per la riqualificazione urbana e ambientale e per il recupero delle vocazioni identitarie dei luoghi dell’area turistica di Rimini nord. I Comuni non hanno certamente bisogno di ulteriore incertezza giuridica e finanziaria, visto che sono stati negli ultimi anni l’architrave per la revisione della spesa pubblica nazionale. Lega e Movimento 5 Stelle attraverso queste assurde politiche stanno buttando al vento progetti importanti per i territori solo per racimolare un po’ di soldi per mantenere vive le loro mirabolanti promesse. Nella risoluzione sollecitiamo il Governo affinché in tutte le città coinvolte arrivino i finanziamenti già previsti, proprio per non minare ulteriormente il già logoro rapporto di fiducia dei cittadini nelle istituzioni".

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