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Giuseppe Conte tra i banchi del mercato. "Dal Covid pochi ristori, ma vada avanti per il popolo"

Il viaggio tra i banchi del mercato ha visto il già Presidente del Consiglio fermarsi a chiacchierare con diversi commerciati. La richiesta: “Cercate di pensare sempre al popolo”

Accolto da gigantografie, bandiere, applausi. L’ex premier Giuseppe Conte si è fermato a Rimini per un’oretta abbondante. Era questa l’occasione per aprire la campagna elettorale, in vista del 25 settembre, e supportare i candidati a Camera e Senato. Ad attendere il presidente del Movimento 5 Stelle, in prima fila, il senatore Marco Croatti e tutti i volti storici dei 5 Stelle riminesi. Giuseppe Conte ha iniziato la mattinata riminese con una conferenza stampa ai piedi dell’Arco di Augusto, per proseguire poi in una passeggiata tra i banchi del mercato. Una volta trattati i temi caldi, dal Reddito di cittadinanza ai rapporti sempre meno idilliaci con Luigi Di Maio, l’ex premier ha ricevuto parecchi elogi ma anche qualche contestazione.

Giuseppe Conte tra selfie e autografi nella passeggiata al mercato di Rimini

Il viaggio tra i banchi del mercato, ha visto il già Presidente del Consiglio fermarsi a chiacchierare con diversi commercianti. “Cercate di pensare sempre al Popolo”, gli ha chiesto tra i banchetti un commerciante. Poi il dialogo franco e aperto: “Per il Covid siamo stati chiusi 4 mesi e abbiamo preso solo quattro soldi”. Tra i cittadini c’è incredulità, nel vedere l’ex premier passeggiare in centro storico. “Ma è Conte”. “Si, il presidente, l’unico che ci è stato vicino durante il Covid”, dicono alcuni passanti. Ma c’è anche chi grida un netto “vergogna”, mentre Conte improvvisa un breve saluto ai tanti presenti sotto l’Arco d’Augusto. Le richiese dei cittadini sono quelle ricorrenti del territorio, “dall’aeroporto che deve essere preso in mano dal governo” a una sanità “che deve funzionare meglio”.

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Conte fatica a passeggiare nella stretta via, tra le bancarelle, tutti gli chiedono foto e autografi. Baci e abbracci. Lui dal palco improvvisato vuol far sapere ai cittadini che sul caro energia si poteva fare meglio e di più. “Era evidente l’aumento del caro energia già da febbraio – dice ai cittadini -, che sarebbe dilagato, a marzo ho incontrato Draghi e ho detto “nel Paese tutti zitti”, quando ormai davano per scontato 10-15 miliardi per investimenti militari, era tutto fatto, nessuna discussione in un paese democratico, abbiamo avuto la fermezza di dire no”.

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Prima di ripartire c’è tempo per una fotografia con tutti i candidati alla Camera e Senato. Poi due passi rapidi in centro città. Una breve chiacchierata con Marco Croatti e Giulia Sarti. E poi via con la scorta. Un Giuseppe Conte parso informale, in polo e non con la camicia di ordinanza, ma al tempo stesso molto determinato in quella che ormai è il cuore della campagna elettorale.

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