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Gnassi bussa al governo: "Subito assunzioni nei Comuni per il Pnrr e sul turismo più formazione"

L'ex sindaco Andrea Gnassi, oggi al parlamento, propone un pacchetto di emendamenti in vista della manovra di bilancio: "Ci sia piena convergenza di tutti i colleghi del territorio"

Sostegno agli enti pubblici e ai piccoli Comuni per dare gambe al Pnrr e tradurre i milioni di euro in progetti, proposte mirate nel settore turismo in fatto di formazione e autonomia fiscale, una traiettoria diretta e finalizzata alle esigenze raccolte sui territori. Andrea Gnassi, parlamentare ed ex sindaco di Rimini in forza nel Partito Democratico tra i banchi dell’opposizione, ha firmato e illustra un doppio blocco di emendamenti presentati e “sopravvissuti” all’iter della manovra di bilancio.

Andrea Gnassi, da ex sindaco a Roma. Porta la sua firma un emendamento proprio a supporto dei Comuni in chiave Pnrr. Di cosa si tratta?

“Gli emendamenti sugli enti locali riguardano le città capoluogo, quelle metropolitane e soprattutto i piccoli Comuni fino a 10.000 abitanti e vanno a riassumere le istanze raccolte dalle aree interne di tutta la Romagna soprattutto in fatto di Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza. Molte piccole realtà non hanno personale e risorse a sufficienza per poter mettere in campo progetti con cui intercettare i fondi e rischiano di vedersi tagliati fuori. La nostra proposta è quindi estendere il sostegno per le assunzioni di personale a tempo indeterminato per i progetti del Pnrr introdotto a favore dei Comuni fino a 5000 abitanti anche a quelli fino a 10.000 abitanti e di istituire un fondo ad hoc di 50 milioni a tale scopo. Penso a realtà come Casteldelci, Mondaino, Saludecio o Pennabilli che rischierebbero seriamente di restare esclusi da questa opportunità unica e irripetibile”.

I Comuni hanno poi necessità, in questo momento di caro bollette, di maggiore liquidità. Nasce da qui un’altra sua proposta?

“Si potrebbero utilizzare i proventi delle alienazioni patrimoniali dei Comuni per finanziamenti in quota capitale mutui in estinzione senza il vincolo della spesa corrente e di poter quindi tradurli in manovre per sostenere i cittadini nel caro bollette o in bisogni quotidiani. Questo è il contenuto di un altro emendamento”

Tra le sue idee, c’è anche un progetto a lungo termine legato al turismo. Di cosa si tratta?

 “Non servono i voucher di cui si sente parlare, che precarizzano il lavoro, ma personale preparato: con l’emendamento 104.2 proponiamo di triplicare il fondo previsto per la formazione del personale in ambito turistico. La Finanziaria prevede di destinare 5 milioni per il 2023 e 8 per il 2024 e per il 205, noi rilanciamo con un fondo di 15 milioni per il prossimo anno e di 18 per ciascuno dei due anni successivi”.

Il governo studia un “tesoretto” per il turismo, ma che potrebbe richiedere sacrifici ai comuni in tema di tassa di soggiorno. La sua opinione?

 “Stiamo assistendo a una forte spinta del governo centrale e di alcune forze economiche per la creazione di un fondo nazionale per il Turismo, ipotesi che riteniamo giustissima ma non così come la si intende strutturare: la maggioranza intende infatti finanziarla con una parte dell’imposta di turismo, andando cioè a togliere risorse ai Comuni. Il nostro emendamento si oppone a questa architettura e si riferisce ai Comuni capoluogo che abbiano un rapporto residente/turista di almeno uno a 20 (Roma, Firenze, Venezia, Bologna, Rimini…) per aprire una breccia. Tradotto. L’imposta di soggiorno consente di diminuire questo carico e starà ai singoli Comuni in piena autonomia decidere come e quanto utilizzare l’opportunità”.

Alla fine questi emendamenti saranno accolti?

“Auspico che su questi emendamenti in favore del territorio ci sia piena convergenza di tutti i colleghi del territorio, a prescindere dalle bandiere e dai colori politici, e li invito a sostenerli con determinazione all’interno di una manovra che non posso che ritenere di facciata, piuttosto iniqua e poco concreta. Fatta più di dichiarazioni estemporanea che di misure reali ed efficaci. Un esempio su tutti: si ripropongono i voucher, che abbiamo già testato constatando come precarizzino ancor più il settore turismo, tanto che all’epoca ne contestarono l’efficacia gli stessi operatori riminesi: nel 2016 in provincia ne furono erogati 1.900.000, di cui un buon 60% nel settore turismo e si ebbero chiari segni di precarizzazione”.

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