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Gnassi presenta la Destinazione Romagna: "Rinascimento italiano sulle coste dell'Adriatico"

Gli obiettivi sono quelli di "Alzare la capacità di spesa media ed essere collegati ai grandi hub di arrivi internazionali del Paese"

"Parlando di turismo in Italia per il prossimo anno il tema è come governare una crescita strutturale e impetuosa". Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, chiude a Rimini la presentazione di 'Destinazione Romagna', sottolineando la necessità di mettere sul mercato un "prodotto competitivo" e "la Destinazione Romagna costituisce un brand da vendere nel mondo. Occorre crederci e fare sistema". Poco prima, fermandosi con i cronisti, aveva sottolineato che "l'Italia ha una crescita enorme del turismo internazionale e per essere competitivi bisogna offrire dei prodotti che tengono insieme tutti gli elementi di richiamo. E lavorando come Romagna c'è tutto: c'è il mare, ci sono le bellezze naturali, il cibo, l'arte, l'intrattenimento". Peccato però, scherza dal palco, che tra le eccellenze gastronomiche ricordate sia stata dimenticata "la salama da sugo", ferrarese come lui. Perchè Ferrara nella Destinazione Romagna c'è. "E' il trattino di Emilia-Romagna e per la parte che si affaccia sull'Adriatico è strettamente legata alla Romagna".

Di certo, ribadisce il ministro, "lavorare assieme è fondamentale per essere competitivi". Nello specifico delle risorse, prosegue, è "tema della prossima legislatura", ma occorre intercettare i nuovi flussi turistici, "un'opportunità e un rischio. Il nostro modello non sono le grandi nav i- rimarca - e gli obiettivi sono due: un turismo sostenibile, intelligente che porta ricchezza", da qui l'estensione del fondo di garanzia alle imprese turistiche e la tax credit per ristrutturazioni e digitalizzazione delle strutture ricettive. E poi, conclude, occorre fare dell'Italia "un museo diffuso".

"La Destinazione Romagna può trascinare il resto della regione". Ci crede il presidente Stefano Bonaccini, questa mattina a Rimini per la presentazione ufficiale del nuove Ente di procommercializazione turistica che tiene insieme Rimini, Ravenna, Forlì, Cesena, e Ferrara. E "le realtà più piccole - sottolinea - non si spaventino. Insieme, al di là delle appartenenze politiche, si compete". L'Emilia-Romagna, spiega, lavora con la Lombardia sulla "concessione di autonomia", "siamo andati in Cina con tutte le fiere regionali", c'è "il progetto di un'unica holding per valorizzare i diversi territori", ma si ragiona anche con Milano, perchè "con Milano si può competere con i colossi tedeschi". Insomma il claim è "lavorare assieme. Nel mondo va l'Italia. Se collaboriamo siamo talmente forti", per cui, conclude, "basta all'idea di separare Emilia e Romagna, insieme possono competere con chiunque".

La Romagna è "sempre un passo in avanti e in un momento favorevole ha messo in campo un radicale cambiamento delle politiche turistiche", spiega il senso di 'Destinazione Romagna' l'assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. Un cambiamento "importante nel governo del turismo regionale", aggiunge, che rappresenta oltre l'11% del Pil, conta 50 milioni di presenze e 55.000 imprese. Il bilancio mette sul piatto nove milioni di euro in più per la promocommercializzazione, prosegue Corsini con i numeri, e "per la prima volta 20 milioni di euro per la riqualificazione delle città della costa". La Destinazione Romagna, dunque, "non deve essere solo un brand, occorre lavorare molto sugli interventi strutturali per darle le gambe". Favorendo l'internazionalizzazione, al momento ferma al "28%, forse meno", delle presenze, a fine 2017 a quota 55 milioni. Da qui la necessità di "un sistema di mobilità efficiente tra Rimini e Ravenna, una ferrovia metropolitana", le connessioni con la gomma, il sostegno allo sviluppo degli aeroporti. E aprire così, conclude, "una nuova fase del turismo regionale". 

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