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Inceneritore di Coriano, Defranceschi (M5S): "Stop ai rifiuti da fuori Regione"

"Chiedo dunque alla giunta e a chiunque sia l'assessore ora competente, se non ritenga sia il caso di mettere un vincolo alla provenienza dei rifiuti"

“E mentre ci raccontano le solite favole sulla riduzione di impianti e produzione di rifiuti, dall’altra accogliamo e ingrassiamo le pance di discariche e inceneritori con i rifiuti provenienti da altre regioni. L’ultimo esempio è Coriano”. Andrea Defranceschi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, va all'attacco. “I cittadini di tutta la provincia di Rimini si sono mobilitati per una raccolta firme, non fosse altro perché contrariamente a quanto stabilito dall’Unione Europea con il principio "chi inquina paga", gli abitanti della Provincia, e i corianesi in particolare, qualora arrivassero al termovalorizzatore rifiuti indifferenziati da fuori provincia si troverebbero a pagare ingiustamente (in termini di salute e qualità della vita) per l'inquinamento di altri”.

“Va ricordato peraltro, che il termovalorizzatore di Raibano, come impianto di smaltimento aveva già la teorica facoltà di ricevere rifiuti urbani indifferenziati non pericolosi provenienti dall'intero territorio regionale. - continua Defranceschi - Chiedo dunque alla giunta e a chiunque sia l’assessore ora competente, se non ritenga sia il caso di mettere un vincolo alla provenienza dei rifiuti e nello specifico se non ritenga opportuno attivarsi quanto prima presso la Provincia di Rimini e presso tutti i Comuni facenti parte del consiglio locale riminese di Atersir , affinché la conversione dell’impianto di incenerimento da impianto di smaltimento (D10) a impianto di recupero (R1) non costituisca il presupposto per l’ingresso nel Comune di Coriano di rifiuti urbani e/o speciali provenienti da territori esterni alla Regione Emilia Romagna ed affinché venga sempre rispettato il principio di autosufficienza e prossimità”

“E visto che Atersir ed Herambiente S.p.A. non hanno ancora preso seriamente in considerazione le formali richieste di indennizzo per il disagio ambientale generato alla provincia e ai Comuni dalla presenza e dall’esercizio del termovalorizzatore; vorrei anche sapere se non ritenga opportuno proporre alla Provincia, ad Arpa e all'Ausl una convenzione per i controlli sulle attività e sugli impatti del termovalorizzatore e magari acquisire moderni strumenti e tecnologie per controlli indipendenti sugli impatti ambientali del termovalorizzatore, in maniera da avere veramente coscienza del danno che questi signori dell’immondizia arrecano al territorio e alla popolazione.”, chiude.

Due incontri decisivi per l'inceneritore di Raibano - Nel frattempo, venerdì il sindaco di Misano Stefano Giannini, in rappresentanza dei sindaci della Provincia di Rimini e quale membro di Atersir (l'Agenzia regionale dei Rifiuti) assieme alla collega di Coriano, Mimma Spinelli, farà parte di una delegazione dei Comuni dell'Emilia Romagna che sarà chiamata ad esprimere il parere sul nuovo Piano dei Rifiuti Regionale.

Giovedi 23 gennaio il primo cittadino sarà invece ricevuto, assieme al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e ai sindaci delle altre città capoluogo di Provincia dell'Emilia Romagna, dal Ministro dell'ambiente Andrea Orlando per essere consultati in ordine all'iniziativa promossa da Giannini, (assieme agli assessori all'Ambiente dei Comuni di Forlì e Ferrara ed appoggiata dai principali sindaci della Regione) contro l'ipotesi di un Piano integrato nazionale degli impianti di incenerimento.

L'obiettivo della prima riunione è quello di ottenere che il Piano regionale dei rifiuti preveda, contestualmente agli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti urbani e di aumento al 70% della raccolta differenziata entro il 2020, il blocco di ulteriori impianti di incenerimento, al fine di ottenere la definitiva demolizione della vecchia terza linea di Raibano, che se ristrutturata avrebbe altrimenti la potenzialità di 45.000 tonnellate annue ulteriori, rispetto alle 123.000  della nuova linea.

Ancor più importante è l'obiettivo della riunione a Roma: quello di bloccare il progetto di un “Piano nazionale integrato degli inceneritori” che avrebbe la conseguenza di addossare a chi in questi anni ha fatto il suo dovere (vale a dire buona parte delle province del Nord che hanno aumentato la raccolta differenziata e smaltito in propri impianti il rifiuto urbano prodotto) l'onere di assorbire nei propri impianti il rifiuto dei territori meno responsabili.

“Sono fiducioso sul raggiungimento di entrambi gli obiettivi  - dice il sindaco Giannini - la Regione si è già espressa. Nel senso di andare verso la riduzione dell'impiantistica di pari passo con l'accrescere della raccolta differenziata. Sul piano dei flussi extra regionali dei rifiuti, l'iniziativa formale promossa dai comuni emiliano romagnoli contro l'ipotesi di un piano nazionale integrato dei rifiuti non è mossa da mancanza di solidarietà nazionale, ma dalla constatazione che se si vogliono ottenere risultati dalla raccolta differenziata, (che a livello nazionale è ancora mediamente sotto il 40%) non si può rompere l'equilibrio tra responsabilità e premialità, che è quello che sostiene i comportamenti virtuosi dei cittadini. Le persone sono spinte a fare la raccolta differenziata per tutelare il proprio ambiente e non  sopportano che  chi non è responsabile sul proprio territorio scarichi i suoi problemi suoi virtuosi”.

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