Industrie Valentini, Coraggiosa Rimini: "Necessario un tavolo di crisi permanente per sostenere le imprese"
"Già da anni le Industrie Valentini navigavano in cattive acque, applicando un massiccio utilizzo di cassa integrazione e un graduale ridursi di fatturati e forza lavoro"
Coraggiosa Rimini, gruppo locale di Emilia Romagna Coraggiosa, interviene sul caso delle Industrie Valentini. "Già da anni le Industrie Valentini navigavano in cattive acque, applicando un massiccio utilizzo di cassa integrazione e un graduale ridursi di fatturati e forza lavoro. Purtroppo ci troviamo di fronte ad un altro pezzo importante di imprenditoria locale che abbandona il campo. Ora si tratta di salvare e salvaguardare le produzioni e l’occupazione delle Industrie Valentini; salvaguardia che può concretizzarsi solo con l’acquisto da parte di altri imprenditori del settore, così come è trapelato in questi giorni al tavolo regionale di crisi convocato dalla Regione".
Le Industrie Valentini chiudono la produzione
Prosegue Coraggiosa: "In attesa che ciò accada i circa 150 lavoratori avranno a disposizione 12 mesi di Cassa Integrazione Straordinari per crisi, con la speranza di essere riassunti tutti quanti, cosa che, da quanto trapela, non pare scontata. Purtroppo ancora una volta ci troviamo di fronte ad una riduzione del perimetro dell’industria manifatturiera riminese, con il rischio che il territorio si configuri sempre più con un bacino occupazionale fatto di servizi che genera spesso lavoro precario e poco o per nulla tutelato, a differenza di quello che si va a perdere. Per Coraggiosa Rimini il tema del lavoro, l’occupazione e la sua qualità, deve essere in cima all’agenda politica della futura Amministrazione Comunale; riteniamo necessario, a partire
dalla crisi delle Industrie Valentini, che venga definito un tavolo di crisi permanente (task force) con Istituzioni, organizzazioni Sindacali, associazioni d’impresa e credito, affinché il territorio difenda e salvaguardi le imprese le produzioni e l’occupazione dell’industria riminese e al contempo sostenga, attraverso gli Istituti di credito locali, il reddito dei lavoratori e delle lavoratrici con l’anticipo degli ammortizzatori sociali".