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Intervista ad Ada Di Campi: "Più sicurezza e stop alla prostituzione, con multe ai clienti"

Il candidato sindaco per Il Popolo della Famiglia: "Rimini non è una città sicura, c'è anche il rischio che venga chiusa una caserma dei carabinieri e con meno presidi aumentano i rischi"

La lotta alla povertà e l'attenzione nei confronti dei giovani e del problema lavoro, è il sociale la priorità del candidato sindaco Ada Di Campi, che corre alle prossime elezioni amministrative con la lista Il Popolo della Famiglia. Poliziotta in pensione e fondatrice dell'associazione 'Vittime della Uno Bianca', Ada Di Campi spiega come questa per lei sia una sfida, "ci metto la mia faccia, non ho nessuna poltrona da difendere, non ambisco a un posto di lavoro, la mia carriera è stata in polizia e dopo aver servito lo Stato adesso voglio servire la mia città".
Quali sono le proposte per i giovani?
“Io vorrei subito incontrare i giovani e soprattutto quelli che sono in procinto di andare via dal nostro Paese. Voglio capire esigenze e idee, e trovare il modo di sostenerli nei progetti che possono essere fondamentali per la nostra economia”.
Quali settori necessitano un sostegno immediato?
“Sicuramente il turismo e gli alberghi, vanno promossi pacchetti ben strutturati e collaborazioni tra riviera ed entroterra, sia da un punto di vista alimentare con il chilometro zero di frutta, verdura e olio forniti agli hotel sia per quanto riguarda gli itinerari turistici. Ad esempio, in caso di maltempo il turista può fruire di alternative già organizzate per scoprire le terme, i musei, la campagna”.
Perché ha deciso di candidarsi?
“E' una decisione nata per amore di questa città, la mia città, che guardo e voglio tutelare nello stesso modo in cui mi occupo della mia famiglia. Credo nella collaborazione e dopo aver sentito parlare la candidata sindaco Sara Visintin, apprezzando le sue competenze in tema di depuratori e fogne, ho detto pubblicamente che vorrei lei come assessore, investirei su una persona già informata, non sono per disperdere energie, ma per agire nel bene della comunità".
Una problematica di Rimini?
“Sicuramente le periferie vivono grandi disagi, in particolare la zona Sud. Nelle periferie non ci sono abbastanza servizi, mancano i parchi e adeguate illuminazioni, c'è molto degrado. Ho amici che la sera chiudono i negozi prima dell'orario prestabilito perché hanno paura”.
Come pensa di intervenire sulla sicurezza?
“Rimini non è sicura. I vigili svolgono un ottimo lavoro, ma non c'è abbastanza personale per quanto riguarda polizia e carabinieri. Non ci sono macchine in giro per le strade e invece è importante, perché essere presenti è un deterrente per chi delinque. Una situazione gravissima è quella che sta vivendo la caserma dei carabinieri di via Destra del Porto: c'è la possibilità che venga chiusa, una vergogna, è una caserma storica, un punto di riferimento per i cittadini. Un altro scandalo è la chiusura della polizia postale in tempi in cui sono in crescita i reati su internet, dalle truffe agli abusi”.
Aumenterebbe il numero delle telecamere in città?
“Credo che servano nei punti strategici, ma poi ci devono essere gli uomini, va impiegato il personale”.
Rispetto al fenomeno della prostituzione come interverrebbe?
“Io sposo da sempre l'approccio di Don Benzi, un uomo che ha creato una grande opera di carità. Le donne in strada vanno aiutate e portate via da quel degrado in case protette e strutture di sostegno. Quando lavoravo all'ufficio immigrazione Don Benzi veniva e insieme cercavamo sistemazioni per le donne sfruttate. Io come sindaco colpirei i clienti e chi gestisce questa forma di criminalità”.
Ha affermato che da sindaco non celebrerebbe le unioni civili.
“Sì l'ho detto e lo riconfermo. Il Popolo della Famiglia è una lista laica, io credo nei diritti civili, ma non celebrerei un'unione civile, incaricherei un assessore, è una scelta personale. Penso che questa legge crei confusione sulla famiglia, nucleo fondante della nostra società. Mi voglio battere per la famiglia, a partire dalle adozioni. Voglio snellire le pratiche per permettere a coppie che desiderano un figlio di poter aiutare un bambino. Un passaggio sempre troppo complicato nel nostro Paese. Credo con tutto il cuore in questa sfida politica e ci sto provando con tutte le forze a cambiare le cose".


 

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