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Jobs act e mercato del Lavoro, inizia il confronto

“Il Jobs Act è arrivato all'esame della Commissione lavoro della Camera. Non si tratta di un dogma da approvare a scatola chiusa"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RiminiToday

“Il Jobs Act è arrivato all'esame della Commissione lavoro della Camera. Non si tratta di un dogma da approvare a scatola chiusa: come tutti i decreti, anche questo (tecnicamente è il decreto legge 34 del 20 marzo 2014 "Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese") può essere integrato attraverso un accurato lavoro parlamentare, e senza prescindere dalla concertazione con le parti sociali che non è un laccio ma una risorsa strategica. Proprio per fare il punto sul decreto e per confrontarci con sindacati, associazioni di categoria e istituzioni, il presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, sarà il 7 aprile a Rimini.

Bene dunque il Jobs Act quale riforma del mercato del lavoro, bene la semplificazione delle forme contrattuali, bene gli 80 euro mensili in più per i dipendenti. Ma valutiamo anche attentamente il rischio di una liberalizzazione del sistema: il contratto a termine senza causale per tre anni appare troppo lungo, la possibilità di rinnovarlo per 8 volte in 36 mesi è eccessiva e andrebbe fissata una durata minima.
Per quanto riguarda l’apprendistato, la cancellazione dell’obbligo di integrare la formazione del lavoratore con l’offerta formativa pubblica ci espone al rischio infrazione nei confronti dell’Europa, che la ritiene obbligatoria. Inoltre appare insensato cancellare l’obbligo di stabilizzare almeno una quota di vecchi apprendisti, prima di assumere quelli nuovi, con il rischio di fare diventare l'apprendistato un qualunque contratto a basso costo senza formazione.

Per questo va trovato un maggiore equilibrio e su questi punti occorre intervenire con opportune correzioni mirate. Non bisogna poi dimenticare le molte emergenze: il reperimento delle risorse mancanti per la cassa integrazione in deroga; la rimodulazione della mini-Aspi che interessa migliaia di stagionali nel nostro territorio; la soluzione del problema “quota 96″ che consentirebbe di mandare in pensione 4.000 insegnanti, con la corrispondente assunzione di giovani; la soluzione strutturale del problema degli esodati; la soluzione della questione relativa agli addetti alle pulizie delle scuole, i cui contratti scadono alla fine di questo mese.

L’impronta sociale della manovra non può inoltre dimenticare i benefici fiscali per i pensionati e la riduzione al 24% dell’aliquota previdenziale per le partite Iva autentiche, che riguarda alcuni milioni di professionisti, prevalentemente giovani, ai quali va dato un sostegno. Saper affrontare queste emergenze dà credibilità all’azione di prospettiva del Governo. Martedì, intanto, la Camera ha preso un'importante decisione per porre fine a una grave violazione dei diritti di lavoratrici e lavoratori. Con l'approvazione della legge sulle cosiddette dimissioni in bianco, di cui sono stata relatrice in X Commissione, sarà possibile scongiurare una pratica spesso utilizzata per costringere le donne e i giovani a rinunciare a garanzie di legge al momento dell'assunzione. Mi auguro che anche nell'esame del provvedimento al Senato prevalga la stessa linea”.
 

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