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L'assessore Massimo Pulini lascia la giunta: motivi di salute e personali

Il saluto del sindaco Gnassi: "non rivolgo solo un ringraziamento ma un abbraccio sincero, caloroso, infinito"

L'assessore comunale di Rimini alla Cultura, Massimo Pulini, il 31 gennaio lascerà la giunta. E' lo stesso assessore ad annunciarlo, oggi, in una nota, parlando di motivi "strettamente personali" e in particolare di "motivi, fortunatamente ancora non gravi, di salute e il bisogno di riprendere la mia attività di artista, di ricercatore storico e di docente, quasi interamente sospese in questi anni". Detto ciò Pulini dice che se ne va "arricchito della più intensa esperienza umana e civile che abbia avuto occasione di incontrare nella mia vita e per questo ringrazio e saluto caramente tutti". E, per sgombrare il campo da ipotesi differenti dai motivi appena elencati, afferma di conservare "come cosa preziosa la stima e l'amicizia trovate e cresciute in questi anni con il sindaco Andrea Gnassi e i miei colleghi di giunta, nonchè con il consiglio comunale e le tante persone che ho conosciuto e incontrato". L'assessore lascia dunque dopo sette anni e mezzo "di intenso e appassionante lavoro", visto che dopo il mandato 2011-2016 in cui, oltre alla delega alla Cultura ha seguito anche quella dell'Identità dei luoghi, è stato rinominato nel giugno del 2016. "E' stata un'avventura coinvolgente, emozionante, stimolante non solo dal punto di vista del lavoro a servizio della collettività". Pulini dice di sentirsi "orgoglioso di essere parte di un cambiamento della città evidente e riconosciuto". In tutto questo periodo, "caratterizzato da un costante impegno su tutti i fronti del settore culturale, ho usufruito di un pieno rispetto della mia indipendenza (intendo la non appartenenza ad alcun partito o lista civica) e della mia professionalità".

Il sindaco, da parte sua, si dice convinto che le parole di Pulini "interpretino come meglio non si potrebbe la sua esperienza d'artista e uomo di cultura a servizio della comunità. E' un sentimento reciproco". Per Gnassi, infatti, "non sempre accade che una conoscenza, seppur di un artista raffinato, nel tempo diventi amicizia e complicità". Nel ricordare il momento nel quale gli proposte il ruolo di assessore, Gnassi dice di essere riuscito a convincere Pulini "sulla base di un progetto di città fortemente incardinato sull'orizzonte strategico e trasversale della cultura". L'idea, allora, era "di provarci, buttarsi per produrre un cambiamento fuori dagli schemi, senza alcuna demagogia, nè populista nè rottamazione metallica". La visione "di Massimo si è poi tradotta in opere e in un'attività nuova e in vere e proprie geniali invenzioni. Quelle in sintonia con la Rimini che cambia, in cui la ricerca di bellezza nel paesaggio quotidiano, la valorizzazione dell'arte di ogni tempo e il contestuale recupero delle proprie radici storiche, si rivelano elementi indispensabili a ogni discorso sullo sviluppo e sulla crescita presente e futura". Insomma, una crescita "sociale e civile proprio perchè culturale nell'accezione più nobile e ampia del termine". Gnassi da atto a Pulini di aver saputo rilanciare la città "sul fronte dell'arte contemporanea, grazie soprattutto alla creazione della Far e della Biennale del Disegno". Non solo, visto che "l'hardware del recupero dei contenitori culturali, della sensibilità e l'attenzione accresciute sul fronte dell'impatto estetico di ogni opera, si è snodato parallelamente al 'software' singolare immesso dalla fantasia e dalla competenza di Pulini, arricchite dalla sua umanità, disponibilità e gentilezza". 

Ora che va via "per alimentare il suo percorso professionale e di vita, non rivolgo solo un ringraziamento ma un abbraccio sincero, caloroso, infinito", prosegue il sindaco. Pulini, "ha dato un enorme contributo per arricchire Rimini e continuera' a darlo perche' le sue 'creazioni' continuano a portare relazioni internazionali e potenziali collaborazioni con i migliori istituti culturali del mondo che valgono piu' di qualunque lascito o eredita'". 

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