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"La variante alla Ss16 nel tratto Bellaria-Rimini Nord-Misano deve essere modificata"

Lunedì sera, a Santa Giustina, il comitato contro la variante alla SS16 nel tratto Bellaria- Rimini Nord- Misano Adriatico ha chiesto un incontro con li candidati delle varie forze politiche

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RiminiToday

Lunedì sera, a Santa Giustina, il comitato contro la variante alla SS16 nel tratto Bellaria- Rimini Nord- Misano Adriatico ha chiesto un incontro con li candidati delle varie forze politiche che si presentano al voto domenica 25 settembre. Abbiamo risposto in tre, tutti di centrodestra. Prima dell’incontro ho studiato bene le carte e trovato alquanto sconvolgente la posizione che hanno tenuto e tengono tutt’ora gli amministratori di Rimini.

Infatti, nonostante non esistano più i presupposti che avevano portato a questa scelta di variante alla fine degli anni ’90 e al Piano particolareggiato di Rimini per la realizzazione del C.A.A.R. (a seguito della mancata realizzazione del transit point e del “triangolone” di Santarcangelo, cancellato addirittura dai suoi strumenti urbanistici) e nonostante la realizzazione di questo tratto di strada taglierebbe l’area in diagonale e deturperebbe per sempre un territorio che ha una vocazione agricola di eccellenza, in quanto qui si produce il 40% di tutta la lattuga consumata nell’Emilia-Romagna (quest’area è definita “zona agricola speciale”, unica del Comune di Rimini), appare strano che nessuno abbia soprasseduto, ma invece si vada avanti con arroganza.

Questa zona si caratterizza per la particolare orografia del suolo e soprattutto per trovarsi sulla conoide del Marecchia che consente, attraverso captazione, l’abbondante disponibilità idrica necessaria a tali culture e che ne decretano l’impossibilità di delocalizzazione. Il progetto prevede l’asfaltatura di 20 ha di terreno ma ne comprometterebbe ben 500, condannando alla chiusura 50 imprese agricole. Nonostante siano venuti meno i presupposti, nonostante i problemi viari di traffico sarebbero facilmente risolvibili con un allargamento della Tolemaide nei punti strategici lasciando l'attuale tracciato, nonostante la Regione indichi come obiettivi da perseguire nei futuri PUG il contenimento del consumo di suolo e la tutela e valorizzazione dei territori agricoli e delle relative capacità produttive agroalimentari, la procedura di esproprio va avanti , anche in assenza della valutazione dell’impatto socio-economico sulle aziende interessate. Si parla di un investimento iniziale di 350 milioni di euro ma ad oggi ne serviranno il doppio.

La domanda che salta subito agli occhi del lettore è a chi giova tutto questo? Serpeggiano notizie che ci sia in ballo una grossa speculazione edilizia, possibile solo se servita da una nuova strada che ora non esiste. Quello che più mi fa rabbia è che qui una strada nuova non solo non serve, ma asfalta una storia centenaria di imprese agricole d’eccellenza e il futuro di intere famiglie, in una Regione come l’Emilia-Romagna che si fa vanto delle sue eccellenze; invece in Valmarecchia chiediamo da cinquant’anni una nuova Marecchiese capace di contrastare lo spopolamento della valle e quello che otteniamo è solo una vergognosa “melina”. E’ davvero questo il modello che vogliamo portare a Roma? …io non credo!

Elena Vannoni, Candidata al Senato per Forza Italia

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