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Mobilità sostenibile e turismo, Insieme per Coriano: "Qui solo fiumi di parole e annunci"

Il gruppo di minoranza torna a sollecitare l'amministrazione comunale sul tema delle ciclabili

"Tutti investono sulla mobilità lenta per uno sviluppo sostenibile del territorio e quale volano turistico e qui invece che ciclabili sui fiumi si fanno solo fiumi di parole e annunci". Così il gruppo di opposizione ‘Insieme per Coriano’ che torna a sollecitare il Comune di Coriano a investire sulla sentieristica pedonale e ciclabile e lo fa dopo aver presentato lo scorso 23 aprile un’interrogazione sul tema. "La mobilità lenta è uno degli asset per uno sviluppo del territorio rispettoso dell’ambiente e un volano per l’economia locale, ma mentre tutti ci investono l’amministrazione Spinelli più che lenta è praticamente ferma".

"E’ almeno un anno che si sente parlare della pista ciclabile sul Marano, ma allo stato dell’arte sui tavoli
risulta esserci solo il progetto di cui si è fatta promotrice la Regione che vuole una ciclabile lungo il
Marano che da Riccione arrivi a San Marino, mentre del progetto corianese ancora non c'è nulla di concreto: ci auguriamo che questa amministrazione comprenda finalmente l’importanza di inserirsi quantomeno in progetti con una visione più ampia” incalzano i consiglieri, ricordando come "la Regione Emilia Romagna da tempo abbia messo in campo politiche per la promozione di percorsi in bici, cammini che valorizzino i territori e che possano essere mete di turismo religioso, enogastronomico o riconducibili alla scoperta di esperienze slow volte proprio alla scoperta delle eccellenze dei territori".

E di come "proprio grazie a politiche ad alto contenuto ecosostenibili che la nostra Regione insieme a
Friuli Venezia Giulia e Lombardia copre il 70% del fatturato legato al cicloturismo e alla mobilità lenta,
un settore che già da anni rappresenta un importante segmento del settore turismo e che ha confermato il
suo trend in crescita nel 2020 con un indotto di 4,1 miliardi di fatturato". E proprio a tal proposito Insieme
per Coriano ricorda all’amministrazione che “è in corso un progetto per la realizzazione di una “Ciclovia
denominata ‘Via della Romagna’ lunga 512 km che da Comacchio arriva a San Giovanni in Marignano e
Cattolica, attraversando 42 comuni e 17 rocche e castelli. Un anello su cui si innesteranno le varie arterie
ciclabili già presenti e un’opportunità da cogliere al volo".

Quindi, focalizzandosi sulla realtà locale, evidenzia: "Nel nostro comune ci sono diverse realtà con un
alto valore naturalistico quali i corsi dei torrenti Rio Melo, Rio Besanigo o Cassano o l'ancora più
conosciuto Marano, che si prestano, sempre nel rispetto del valore naturalistico che non deve essere
snaturato, all’inserimento in una rete di percorsi con un alto potenziale turistico. Il Marano ha una
conformazione già più grande e parte degli argini è interessata da una fascia demaniale di larghezza
adeguata su cui tracciare eventuali percorsi, il Melo e il Besanigo, da verifiche effettuate ci risulta non
abbiano invece spazio sufficiente a creare un passaggio pedonale pubblico e tanto meno la possibilità da
parte delle amministrazioni di chiedere l’autorizzazione al Genio Civile e ad Arpae perché di fatto
insistono in prevalenza su terreni di proprietà privata adibiti a diverse colture".

Ed è per questo che in chiusura ‘Insieme per Coriano’ invia l’ultima sollecitazione. "Dopo essere venuti a
conoscenza dalla stampa che alcuni privati hanno aperto un percorso lungo un tratto del Rio Melo e parte
del Rio Besanigo, abbiamo raccolto la preoccupazione di diversi agricoltori che hanno visto i loro terreni
diventare meta di pic nic ed essere percorsi da un numero cospicuo di persone non tutte rispettose della
proprietà privata. Quello sul Rio Melo, pur risultando transitabile, a una prima valutazione non sembra
rispettare le norme per la sicurezza e ci piacerebbe dunque capire se il Comune intende sostenere lo
sviluppo di tali sentieri e se ha considerato l’acquisizione dei terreni necessari per regolarizzare una
situazione che di fatto oggi vede gli agricoltori soggetti a danni oggettivi a causa di una non corretta
informazione, indirettamente sostenuta anche da alcuni assessori, sul fatto che si tratta di proprietà
privata".

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