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Politica Misano Adriatico

Nuovo Dpcm, la Lega: "Ristoranti, cultura e sport messi in ginocchio"

I consiglieri chiedono aiuti concreti e tempestivi a sostegno delle varie categorie economiche

"Un decreto che uccide bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e aziende del ‘tempo libero’. Ancora una volta il Governo M5s/PD va a colpire attività e imprese già messe in ginocchio dalla pandemia, che hanno lavorato duro e sostenuto ingenti investimenti per poter rispettare tutti i protocolli igienico-sanitari imposti da Roma". Lo affermano i consiglieri del Gruppo Lega Misano Adriatico Veronica Pontis e Marco Sensoli in accordo con il segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone.

"Eppure oggi tutte queste attività sono costrette a chiudere sia per le prescrizioni contenute nell’ultimo Dpcm del premier Conte, sia perché le restrizioni imposte rendono i costi insostenibili. Il Governo ha punito in maniera arbitraria diversi settori che pure hanno rispettato le regole. Ma una decisione simile non si sarebbe dovuta assumere senza ascoltare la voce di chi vive il territorio, raccogliendo e rappresentando le istanze di cittadini e aziende ogni giorno. Ristoratori, esercenti, istruttori, operatori del turismo e così tutta una lunga serie di lavoratori, tra cui i venditori ambulanti, sono con l’acqua alla gola. Palestre, piscine, teatri, cinema, mostre, sagre hanno pagato pesantemente il costo di questa lunga emergenza che rischia di colpire a morte la nostra economia e le famiglie".

I consiglieri chiedono l’immediata messa a disposizione di risorse adeguate a favore di tutte le attività colpite da restrizioni che non hanno tenuto conto delle tante specificità presenti. Si pensi, solo per fare un esempio, ai ristoranti: non tutti sono pronti ad affrontare il ‘delivery’, altri ancora devono affrontare il drastico calo dell’affluenza legata allo smartworking applicato negli uffici pubblici e privati. E bisogna anche ragionare sul fatto che dietro ogni imprenditore c’è un’intera filiera che verrà danneggiata.

Secondo i leghisti la soluzione avrebbe potuto essere molto diversa, meno impattante e più lungimirante e suggeriscono che si sarebbe potuta potenziare l'attività di screening con tamponi a domicilio e test in farmacia; prevedere in tempi utili un protocollo per curare da subito a casa chi ha sintomi lievi in modo da non intasare gli ospedali e garantire le cure a tutti i malati; consentire l’apertura delle attività in regola con le norme sanitarie previste; prevedere indennizzi immediati per quelle attività obbligate a chiudere;predisporre un piano trasporti di emergenza, con l’incremento dei mezzi, ecc. Insomma, invece di proibire, chiudere, inibire, terrorizzare, danneggiare cittadini e aziende si sarebbe potuto agire in modo completamente diverso, più attento all’economia del Paese e rispettoso degli italiani".

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