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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Ossido di etilene per sterilizzare i biberon: "E' tossico, la Regione non lo usi nelle Asl"

Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del M5S, ha presentato una interrogazione alla Giunta dopo il servizio della trasmissione tv Report

Stop all’utilizzo dell’ossido di etilene per sterilizzare tettarelle e biberon nei reparti neonatali degli ospedali dell’Emilia-Romagna. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta dopo che qualche giorno fa la trasmissione televisiva Report ha mandato in onda un servizio dove si faceva riferimento a un contratto sottoscritto da una ASL con una ditta che effettua le sterilizzazioni di tettarelle e biberon monouso proprio attraverso il pericoloso biocida. “L’ossido di etilene è molto pericoloso per la salute umana, come testimoniano numerose ricerca effettuate negli ultimi anni – spiega Raffaella Sensoli – Il primo allarme della sua tossicità, che potrebbe provocare anche il cancro, fu lanciato nel 2011 in Francia dove il Governo emanò il divieto di utilizzo del biocida per la sterilizzazione dei dispositivi medici. Divieto che poi, a fine 2015, anche il nostro Ministero della Salute avrebbe di fatto attuato limitando l’utilizzo di tettarelle e biberon sterilizzati con l’ossido di etilene solo ai casi di emergenza neonatale o di terapia intensiva. Indicazione che però, come ha sottolineato l’inchiesta giornalistica di Report, non è mai arrivata alle ASL italiane”.

Un vuoto informativo che avrebbe portato alcune aziende sanitarie a stipulare tranquillamente contratti di fornitura di tettarelle e biberon monouso sterilizzate con il biocida. “Visto che sono disponibili altre tecniche di sterilizzazione ugualmente efficaci, come per esempio quelle mediante raggi beta, chiediamo che i contratti eventualmente stipulati possano essere rescissi proprio per tutelare la salute dei neonati – conclude Raffaella Sensoli - recuperando gli importi relativi all'eventuale materiale pagato e non utilizzato, restituendo le tettarelle in deposito ed evitando così che soldi pubblici vengano letteralmente gettati dalla finestra e preservando i nostri neonati da rischi per la loro salute”.

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