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Parco Eolico al Tre Vescovi, il parere contrario degli Amici della Valmarecchia

"L’energia verde è un esigenza sulla quale tutti conveniamo e proprio per questa la sua pianificazione non deve essere imposta o regolata dalla massimizzazioni dei profitti o ancora peggio tramite cavilli legali."

In base all’ Art. 52 L.R. 10/2010 è approdato  al  VIA ( Valutazione d’impatto Ambientale)  della  Regione Toscana l’impianto Eolico Industriale Poggio Tre Vescovi che, se approvato,  diventerà il Parco Eolico più grande d’Italia e devasterà in maniera irreparabile uno dei territori più ricchi di storia e più fragili dal punto di vista della conformazione geologica dell’intero crinale dell’Appennino. I territori tosco-romagnolo coinvolti sono  la Valmarecchia,  il Montefeltro e la Valtiberina Toscana.

Il Parco era stato bocciato già nel 2012 dal Consiglio dei  Ministri dopo le bocciature del  Ministero dei beni Culturali e  dalle Sovraintendenze delle Regioni Emilia Romagna, Toscana, Marche e da parte di organizzazioni quali Italia Nostra, WWF.

A  distanza di pochi anni  la stessa proponente Geo Italia , una Società Italiana in liquidazione  dal 2014 e di proprietà del Gruppo tedesco GEO mbH ,  reitera  il progetto  in seguito ad un ricorso per un vizio di forma.

L’energia verde è un esigenza sulla quale tutti conveniamo e proprio per questa la sua pianificazione non deve essere imposta o regolata dalla massimizzazioni dei profitti o ancora peggio tramite cavilli legali.

Sia ben chiaro che riconosciamo e non mettiamo di certo in dubbio le capacità tecniche ed ingegneristiche della GEO Mbh  ma  ciò non toglie che  possiamo avere delle perplessità sul fatto che la reiterante, GEO Italia,  sia  una Società in liquidazione, sul fatto che   opera “pressioni  inappropriate” come dichiarato dal Dott.  Luigi Cappella  Sindaco di Casteldelci (uno dei comuni interessati al mega impianto eolico industriale)  e non per ultimo,  sul fatto che  sia ancora pending     un arbitrato   con la  Falck Renewables S.p.A. alla quale la GEO Mbh  ha  ceduto l’impianto di Ala dei Sardi -  Budduso . Impianto che viene  portato come esempio per quello di Poggio tre Vescovi e anch’esso  realizzato fra l’altro   dopo un ricorso al T.A.R..

Leggendo la  Relazione e  Bilancio  della FALCK RENEWABLES SpA  al 31 dicembre 2015 troviamo  a Pag 53 un Arbitrato Falck SpA-Falck Renewables Wind Ltd (FRWL)- GEO Mbh che coinvolge    Franz-Josef Claes legale rappresentante di GEO mbH e il sig. Roberto Giuseppe Schirru attuale coordinatore della Geo Italia,   entrambi citati come “venditori del parco eolico Ala dei Sardi – Budduso”:  


 “Gli attori affermano di avere diritto a ottenere il pagamento di ulteriori somme a titolo di corrispettivo ai sensi del Contratto (per Euro 536.000) e di Conguaglio a Saldo (per Euro 2.490.400). Le società FRWL e Falck (quest’ultima in relazione ai profili che attengono la garanzia corporate menzionata) hanno depositato l’atto di nomina ad arbitrato nell’ambito del quale oltre a resistere alle domande formulate da controparte hanno proposto domanda riconvenzionale volta alla restituzione delle somme già pagate da FRWL che, a fronte della determinazione del conguaglio definitivo, si ritiene debbano essere restituite alla stessa dai Venditori a titolo di conguaglio”

Riteniamo che coloro che amministrano la cosa pubblica, eletti da libere elezioni o funzionari dello stato, a tutti i livelli, abbiano il dovere civile e morale di   fare    accertamenti approfonditi, di ascoltare la popolazione, le organizzazioni territoriali, i comitati e, confrontarsi sul territorio con i progetti strutturali di ampio respiro programmatico a medio e lungo termine in atto, come per esempio  il GAL della Regione Emilia Romagna per la Valmarecchia.

L ’Italia è piena di progetti incompiuti,  di pale eoliche ferme perché costruite là  dove non  c’è vento, di devastazioni ambientali  e geologiche. 

Una “mangiatoia perfetta per imprenditori senza scrupoli, sottobosco politico e malavita organizzata” come ha scritto Lucia Navone nel suo libro “ Il sole, le Ali e la Civetta” tanto per citare un autrice  e una giornalista fra  tanti    che hanno ampiamente argomentato sulla piega che le energie rinnovabili hanno preso in Italia.

E’ una richiesta d’aiuto accorato e sincero quello che vi inviamo.

Una richiesta che perviene  di gente semplice che ama il proprio territorio a prescindere dalle  difficoltà economiche ed ambientali che lo hanno  caratterizzato. Oggi del nostro isolamento possiamo farne una ricchezza e promuovere uno stile di vita veramente green al di fuori delle retoriche e dei luoghi comuni e non possiamo accettare di cadere in mano    a dei “venditori”  (cfr. Relazione Falck Renevables S.p.A.) .

Poggio tre Vescovi come dice il nome è il confine tra tre Diocesi. Qui Toscana Emilia Romagna e Marche si sono mescolate  arte cultura e tradizione. Qui è stata la culla dei Montefeltro dei Malatesta e dei Della Rovere. Ancora oggi il paesaggio della Valmarecchia con i suoi borghi storici è rimasto  come secoli fa l’hanno dipinto  Piero della Francesca e Leonardo da Vinci.

Se il territorio è sempre lo stesso e le modifiche all’impianto sono minime  ( i generatori saranno per altezza il doppio del campanile di Giotto di Firenze, il triplo della torre di Pisa  e, supereranno di circa 60/ 70 metri, la torre del Mangia di Siena e quella degli Asinelli di Bologna ) perché ogni qualvolta ci sono in ballo gli interessi economici si va avanti con  ricorsi su ricorsi fino a quando i profitti di pochi prevalgono sul pubblico?

Abbiamo bisogno anche del vostro aiuto per difendere il patrimonio storico, ambientale e territoriale che abbiamo preservato da soli fino ad oggi per tutti voi e per le generazioni future.

“Amici della Valmarecchia"

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