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Porti turistici, Nadia Rossi porta in Regione la questione dei canoni demaniali

Presentata risoluzione per sollecitare il governo a lavorare sulla proposta avanzata da Anci: “Ci sono decine di imprese ad un passo dal fallimento, non si perda altro tempo”

“C’è un problema, serio, che si trascina da tempo e sta aggravando la crisi di un settore come quello della nautica da di porto, già sofferente. È la questione dei canoni demaniali per i porti turistici, quadruplicati dopo la finanziaria del 2007. E c’è sul tavolo, dall’autunno scorso, una soluzione di buon senso e valida, proposta da Anci e frutto di un lavoro articolato e approfondito, che attende solo di essere presa in esame dall’esecutivo. C’è un problema e c’è una soluzione, circostanza più unica che rara: il governo non perda altri mesi preziosi”. Il consigliere riminese del Pd Nadia Rossi ha depositato una risoluzione per invitare la Regione a sollecitare in ogni sede una soluzione legislativa rispetto ai maxi aumenti dei canoni demaniali per le darsene turistiche, questione che risale alla finanziaria del 2007 e che si è trascinata fino alle aule della giustizia amministrativa. “Cito l’esempio della marineria di Rimini, divenuto un caso nazionale – spiega il consigliere – con un canone che è balzato da 80 a 340 mila euro l’anno. Questi aumenti sproporzionati hanno generato una situazione di grave sofferenza finanziaria in capo ai 25 concessionari di porti turistici in Italia che impegnano oltre duemila addetti”.

“Anci in autunno aveva inviato al ministro Centinaio, che ha anche la spesso dimenticata delega al turismo, una nota sottoscritta dal presidente De Caro e dal sindaco Andrea Gnassi, in qualità di delegato Anci al demanio marittimo. Conteneva un’idea risolutiva equilibrata e di buon senso”. Si trattava di una proposta di emendamento alla legge di bilancio per il 2019 che suggeriva di sottrarre dall’applicazione dei canoni introdotti a partire dal 2007 le darsene che avevano ottenuto la concessione prima dell’entrata in vigore di quella finanziaria. Un emendamento che è rimasto nel cassetto, “con una conseguente situazione di stallo da parte del legislatore che potrebbe portare a breve al fallimento delle imprese e al probabile abbandono dei porti turistici. Un colpo durissimo per infrastrutture che devono essere considerate come strategiche in un Paese che può e deve puntare sulla blue economy come motore di sviluppo e occupazione”. A questo si aggiunge il complesso quadro giuridico che si sta delineando, “nel quale è intervenuta anche la Corte Costituzionale senza tuttavia riuscire a risolvere la problematica, con una situazione disomogenea tra le varie realtà: per il porto turistico di Rimini ad esempio il Consiglio di Stato ha confermato in via definitiva la legittimità del calcolo del canone effettuato dal Comune, mentre in altri contesti alcuni TAR regionali (Toscana, Molise e Sardegna) hanno imposto a Comuni o Regioni di ricalcolare i canoni”.

“Il viceministro Rixi ha recentemente affermato che il governo è al lavoro per approfondire la questione. – rimarca il consigliere Rossi – Una soluzione c’è già e non è estemporanea ma è frutto di un’attività articolata portata avanti da Anci, col Comune di Rimini in testa, in stretta sinergia coi privati. Si parta da questa iniziativa dei Comuni per arrivare a breve ad una soluzione definitiva”.

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