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Referendum trivelle, il Pd di Riccione sulla linea della Direzione nazionale

Il Pd di Riccione "non pensa che l’estrazione del metano e l’auspicato sempre maggior sviluppo delle rinnovabili siano fra di loro in contraddizione"

Venerdì il Partito Democratico di Riccione ha dedicato una direzione comunale al referendum abrogativo in programma il 17 aprile concernente le trivellazioni in mare entro le 12 miglia. Il referendum chiede “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale” che le trivellazioni poste all’interno delle 12 miglia marittime dei nostri mari vengano fermate. Dopo la discussione e l’espressione di vari e articolati punti di vista,il Pd di Riccione ha definito la propria linea.

In riferimento al referendum abrogativo del 17 Aprile, il Pd di Riccione ricorda che "oggi la legge prevede che le trivellazioni possano continuare la loro attività fino all’esaurimento del giacimento (quasi sempre di gas e non di petrolio), per poi essere dismesse e che, in ogni caso, altre concessioni entro le 12 miglia marittime non possano essere rilasciate. Questo referendum, anche se approvato, non modifica la possibilità di compiere nuove trivellazioni oltre le 12 miglia e nemmeno la possibilità di cercare e sfruttare nuovi giacimenti sulla terraferma. L’unico effetto che può determinare è limitare temporalmente lo sfruttamento delle stazioni già operanti, che sarebbero costrette a smettere di funzionare nel giro di un paio di lustri, anche in presenza di giacimenti ancora utilizzabili". 

Il Pd di Riccione "non pensa che l’estrazione del metano e l’auspicato sempre maggior sviluppo delle rinnovabili siano fra di loro in contraddizione. Né finora si può ragionevolmente affermare che l’estrazione del gas in mare abbia danneggiato il turismo. Molto più pericoloso (e costoso), appare il ricorso a risorse provenienti dall’estero in sostituzione di quelle non più estraibili dalle piattaforme in territorio italiano, visto che se bloccate dal referendum dovrebbero poi viaggiare per mare, con ovvie ripercussioni sul traffico navale ed i relativi pericoli".

Il Pd riccionese crede che "non si debbano “buttare a mare” i posti di lavoro che l’estrazione di gas ha creato; che i soldi pubblici non vadano sprecati e che neanche l’energia lo debba essere. Queste convinzioni sono il “fil rouge” che potrebbe permettere di continuare ad utilizzare, con perizia, le risorse odierne proseguendo, nel contempo, a programmare con forza un chiaro futuro di investimenti sulle rinnovabili, con notevoli vantaggi sia dal punto di vista dei consumi in genere, che per la salvaguardia e il mantenimento dell’ambiente in cui vivremo. Si tratta di programmare tempi e modalità d’intervento, in modo da tutelare ed aumentare l’occupazione, riuscendo nello stesso tempo a creare uno sviluppo che partendo da quel che si ha oggi, proponga una sempre maggiore presenza delle energie rinnovabili, magari anche incrementando l’imprenditorialità non solo “green” ma anche tecnologica e giovanile". 

La posizione del Partito Democratico riccionese è quindi quella espressa dalla direzione bazionale del Pd , che ha votato la legge sulle cosiddette trivelle, fortemente sostenuta e apertamente reclamata nel contenuto  e nella sostanza dal segretario nazionale Matteo Renzi, senza la norma proposta dal referendum e senza che a nessuno, qualora la pensi in altro modo, siano chieste abiure, ripensamenti forzati o arretramenti. "Chi oggi sente di dichiararsi favorevole al blocco delle concessioni, fa bene ad andare a votare si, secondo coscienza - concludono i democratici riccionesi -. Allo stesso modo, visto che siamo in democrazia e che siamo un partito democratico non solo a parole ma anche e sopratutto nei fatti, chi pensa invece che non si possa acconsentire ad uno spreco di energia può votare no. Naturalmente per lo stesso identico ed imprescindibile principio, riteniamo che anche l’astensionismo possa essere forma testimoniale, anche per coloro che non riconoscono il si od il no al referendum come espressione della propria volontà".

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