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Renzi (FdI): "Aumenti di stipendio degli amministratori fuori dalla realtà: per il sindaco oltre 11mila euro al mese"

Per il capogruppo di Fratelli d'Italia gli aumenti stabiliti Governo Draghi con la Legge di Bilancio pesano sulle casse di palazzo Garampi per quasi 1 milione di euro

A puntare il dito contro il Governo Draghi, che con la Legge di Bilancio ha alzato gli stipendi degli amministratori pubblici, è il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Gioenzo Renzi che oltre a giudicare questo incremento "sproporzionato e fuori dalla realtà" fa i conti in tasca a sindaco e giunta sottolineando come le nuove retribuzioni pesino per quasi 1 milione di euro all'anno sulle casse comunali. "A Rimini - spiega Renzi - con la popolazione superiore ai 100mila abitanti l'indennità di sindaco è parametrata all’80% del trattamento economico del Presidente della Regione: attualmente pari a 13.800 euro lordi mensili. Questo vuol dire che lo stipendio del primo cittadino aumenta dall’importo annuo di 68.717,52 euro a 132.480,00 euro: mensilmente da 5.726,46 euro a 11.040,00 euro. Per il vice-sindaco l'incremento è del 75%: dall’importo annuo di 51.538,20 euro a 99.360,00 euro per un mensile da 4.294,85 euro a 8.280,00 euro. Per i componenti della Giunta e per il Presidente del Consiglio Comunale l'aumento è del 60%: dall’importo annuo di 41.230,68 euro a 79.488,00 euro; mensile da 3.435,89 euro a 6.624,00 euro. Calcolando gli 8 assessori e il presidente, si passa da una spesa annua di 371.076,12 euro a 685.392 euro. Il totale della spesa per le casse di palazzo Garampi passa da 491.331 euro a 917.232 euro".

"L’Amministrazione Comunale di Rimini - prosegue Renzi - in sede di prima applicazione della Legge, ha aumento l’indennità di funzione del +45% nell’anno 2022 e del +68% nell’anno 2023, arrivando al +80% nel 2024. Certo è che il Comune di Rimini ha dovuto approvare una variazione di bilancio per finanziare la maggiore spesa di 205.700,00 euro nel 2022, di 307.800,00 euro nel 2023, 448.700,00 euro nel 2024 per un totale di 960.000,00 euro. Lo Stato, ha stanziato le risorse per l’attuazione di questa Legge: incrementando il fondo destinato all’aumento delle indennità di +100 milioni di euro per l’anno 2022, +150 milioni per l’anno 2023 e +220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024, nonostante il Debito Pubblico abbia raggiunto i 2.686 miliardi di euro e una pressione fiscale del 43% che grava sui cittadini. Sottolineo che questa Legge del Governo Draghi non ha alcuna motivazione sottostante e gli aumenti sono quanto di più distante dalla realtà che vivono tutti i nostri concittadini, che attualmente devono confrontarsi con un incremento dei beni di primario consumo, delle materie prime (luce +55%, gas +42%, rispetto al trimestre precedente) e un’inflazione ufficiale del +4,8% (fonte Istat). Sono impensabili simili adeguamenti contrattuali per gli addetti del mondo del lavoro e della produzione, anche in ruoli di primaria responsabilità".

"Al riguardo - conclude Renzi - ritengo improponibili le eventuali richieste di aumento del gettone di presenza avanzate da parte di alcuni consiglieri comunali, Incompatibili con il contesto e incoerenti con il mandato conferito dagli elettori, per cui chi ricopre incarichi istituzionali deve essere un esempio e non un privilegiato.   L’attuazione di questa legge risulta pertanto incomprensibile e incompatibile nell’attuale contingenza economica di famiglie e imprese; crea privilegi per gli amministratori comunali completamente decontestualizzati e sproporzionati rispetto alla realtà. Nel corso della mia storia, mi sono sempre battuto contro i costi della politica, come nel 2007 quando ero in Consiglio Regionale, con la mia iniziativa legislativa di riduzione di 17 Consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna che ha consentito il risparmio di 7 milioni di euro agli emiliano romagnoli. E continuo a battermi per questo".​

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