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Calo delle vaccinazioni, per l'Ausl rischio "possibili diffusioni di epidemie”

Il vice-sindaco di Rimini, Gloria Lisi: "Toni molto allarmistici ma condivido l'attenzione e la preoccupazione"

Rimini è, in Regione, il fanalino di coda per quanto riguarda le persone che si sono sottoposte alle vaccinazioni obbligatorie. I dati, infatti, indicano che solo l'87,5% della popolazione ha effettuato la copertura tanto che Maria Grazia Pascucci, dirigente del servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna, ha parlato chiaramente di “possibili diffusioni di epidemie”. "Pur non sottoscrivendone i toni molto allarmistici usati - ha commentato il vice sindaco di Rimini, Gloria Lisi - condivido l'attenzione e la preoccupazione della dirigente che ha presentando ieri a Bologna i dati sui vaccini. Preoccupazione, ha ricordato la Pascucci, che riguarda in particolare la Romagna e, su tutte, la provincia di Rimini dove la percentuale di copertura delle vaccinazioni obbligatorie, nel 2015, risulta il più basso dell'Emilia Romagna, l'87,5% (contro una media regionale del 93,4%); per rendersi pienamente conto della portata di questi dati basti considerare che il tasso di copertura sui vaccini a cui tendere è stato individuato dal Governo nella soglia del 95%".

"Condivido in particolare l'attenzione della Pascucci - prosegue la Lisi - sulle categorie più deboli, come i bimbi piccoli; in Romagna sono quasi mille quelli non vaccinati nel 2015 (con circa un 10% di inadempienti). Questo significa che oltre a non coprire rischi sanitari per i propri figli, chi non vaccina crea anche delle condizioni di rischio potenziale maggiore anche nei contesti di vita dove sono inseriti mettendo in pericolo la cosi detta “immunità di gregge”, che agisce normalmente quando vaccinando i nostri piccoli, mettiamo al sicuro anche i compagni di classe più deboli, che magari non possono essere protetti per deficit al sistema immunitario. Questo è un rischio che va scongiurato nella maniera più netta e decisa possibile. In questa direzione va ad esempio la nuova e rivoluzionaria norma della Regione Emilia-Romagna, adottata anche a Rimini, che inserisce l'obbligo vaccinale per tutti gli iscritti, nuovi e in continuità, nei servizi per l'infanzia pubblici e privati. Una norma tesa a garantire su tutto il diritto alla salute pubblica che i genitori, in queste settimane di iscrizioni agli asili sta dimostrando di apprezzare; sulle circa 500 iscrizioni attualmente certificate tra gli uffici di via ducale e on line (circa il 30%) sono la stragrande maggioranza coloro che si sentono rassicurati dalla nuova norma, ripeto le poche unità critiche e polemiche. Sono segnali importanti di quella che deve essere prima di tutto una inversione di tendenza culturale, in grado di riportare i fondamentali della sanità pubblica in linea con quelli di un paese moderno, inclusivo, tutelante e sicuro".

"Rimane fondamentale - conclude il vice-sindaco di Rimini - in questo la corretta informazione scientifica, e anche in questa direzione stiamo collaborando con l'Ausl e gli Ordini professionali per supportare ogni iniziativa utile al riguardo. Sulla salute pubblica non possono esistere zone grige ma una presa di posizione forte a sostegno dei motivi scientifici, sociali e sanitari a supporto delle vaccinazioni, riprendendo quanto dichiarato recentemente dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo cui "occorre contrastare con decisione queste gravi involuzioni sulla base di sconsiderate affermazioni, per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate negli anni passati”.

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