Elezioni regionali, Nicoletta Gagliani: "Servono interventi seri per l'entroterra"
"Occorre promuovere investimenti per valorizzare la Valmarecchia e la Valconca, oltre a una riduzione della pressione fiscale"
La candidata al Consiglio per Fratelli d'Italia Nicoletta Gagliardi fa il punto sulla situazione trasporti e infrastrutture nell'entroterra riminese. A partire dai gravi problemi vissuti dai residenti per il Ponte sul Marecchia. "L'intera Valmarecchia è stata messa a dura prova e a farne le spese sono stati i residenti, ma anche tutte le aziende, grandi o piccole che siano. Ognuno di noi conosce la storia del fornaio e della ferramenta di Ponte Verucchio, messi in ginocchio dopo la chiusura del ponte, ma è l'intera economia del territorio in pericolo".
"E allora, se è vero che prevenire è meglio che curare, occorre che la messa in sicurezza di tutta la rete stradale, dal mare all'entroterra, sia curata, mantenuta ed ampliata. Anche la briglia nel Fiume Marecchia, crollata a Maggio, imponeva un intervento tempestivo per consentire il mantenimento del livello del fiume ed evitare l'erosione che, aiutata sicuramente dal forte maltempo di novembre e dicembre, è via via cresciuta fino a creare gravi danni a tutte le aree che si sviluppano lungo il letto del fiume. Non dimentichiamo che vi sono altri ponti, oltre una trentina, che avrebbero bisogno di una seria ed urgente manutenzione (ad esempio quello di Marazzano, che collega i comuni di Gemmano e Montescudo – Montecolombo rischia di cedere), ma l'attule amministrazione regionale si è limitata a paventare interventi solo quando le situazioni, letteralmente, “precipitano”.
"E' necessario allora che in Regione il problema delle arterie di collegamento e della manutenzione delle infrastrutture diventi argomento centrale, di talchè l'approccio al dissesto 2 idrogeologico cambi radicalmente ed in un'ottica spiccatamente preventiva. La centralità del tema dipende sia dalla sicurezza di tutti gli utenti che quotidianamente percorrono queste strade, sia dalla necessità di contrastare il fenomeno dello spopolamento delle zone dell'entroterra. Ad oggi, le città risultano più appetibili in quanto offrono possibilità di lavoro in più, più servizi e più strutture, dalla scuola alle cure mediche. Per chi vive nell'entroterra, questo “dislivello” diventa però un problema: in termini di traffico, di spese di spostamento e di tempo perso in auto a causa della congestione delle principali arterie stradali e dello stato dissestato delle vie secondarie. Tutto ciò si traduce in un continuo ostacolo per i cittadini che abitano quelle zone e che si vedono costretti ad emigrare verso i centri più sviluppati, rinunciando alla pace delle nostre bellissime colline. I paesi si spopolano e le attività locali stanno via via scomparendo. Il potenziamento dei collegamenti con i centri produttivi e il sostegno alle imprese è allora il punto di partenza per il nostro entroterra, e non solo".
Continua la candidata: "Occorre promuovere investimenti per valorizzare l'intera zona della Valmarecchia e della Valconca, accompagnata da una riduzione della pressione fiscale che ora è ai massimi storici, prevedere incentivi alle assunzioni, semplificare della burocrazia e supportare l'imprenditorialità giovanile come motore della nostra economia. Insomma, chi crea lavoro e dà lavoro deve essere sostenuto, incentivato e facilitato nel quotidiano. In Regione dovrà cambiare l'approccio sin qui tenuto al settore dell'agricoltura, con ciò intendendosi una tutela dal piccolo agricoltore all'azienda più strutturata. Sia l'Unione Europea che la Regione Emilia-Romagna hanno infatti indetto bandi per incentivare l'agricoltura, ma accedere a questi fondi risulta impossibile e di difficile attuazione, vuoi perchè poco pubblicizzati e diffusi, vuoi per la complessità dell'iter burocratico e della documentazione richiesta. Da ultimo, occorrerà dare effettiva e concreta attuazione a misure protezionistiche, previste e legittimate a livello europeo, per promuovere le esportazioni e ridurre l'importazione dei prodotti alimentari da altri Paesi, così da rilanciare la nostra economia e favorire le aziende agricole del territorio, che possono vantare prodotti di altissima qualità e delle più svariate tipologie. In questo modo il settore primario diventerà più “attraente” anche per le nuove generazioni e, conseguentemente, riusciremo ad arginare anche il connesso problema dello spopolamento delle zone rurali".