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Pd, quasi 300 persone per “Rifare L'Italia” a Rimini

"'I valori della Politica. Governare con giustizia, solidarietà, cooperazione, democrazia" è stato il tema che ha guidato il dibattito promosso dal gruppo dei giovani dirigenti del Pd

Quasi 300 persone hanno gremito sabato mattina la sala del centro congressi SGR per l'incontro di “Rifare l'Italia”, che dopo le iniziative di settembre a Bologna e Reggio Emilia, ha scelto Rimini per il nuovo appuntamento nazionale. “'I valori della Politica. Governare con giustizia, solidarietà, cooperazione, democrazia” è stato il tema che ha guidato il dibattito promosso dal gruppo dei giovani dirigenti, militanti e amministratori del Partito democratico a sostegno della candidatura di Pier Luigi Bersani alle primarie per la scelta del candidato premier.

Presenti molti amministratori locali, tra cui il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, il presidente della Provincia Stefano Vitali, il sindaco di Riccione Massimo Pironi, il sindaco di Santarcangelo Mauro Morri, gli assessori provinciali Juri Magrini e Meris Soldati e rappresentanti delle associazioni del territorio, insieme ai Giovani demicratici dell'Emilia Romagna. L'incontro si è aperto con il saluto introduttivo del segretario provinciale PD Emma Petitti, incentrato su precise parole chiave.

“La più importante è coraggio - ha esordito Petitti -. Rimettere tutto in discussione consapevoli della nostra storia e delle nostre radici. Veniamo da anni di cattiva politica litigiosa, che non ha saputo varare le riforme in un'eterna transizione italiana. Dopo 20 anni di politiche liberiste il Paese è solo, sono sole le famiglie, soli i padri che restano senza lavoro, sole le donne tra la cura dei figli e degli anziani. L'ascensore sociale è fermo, non si è investito in formazione e ricerca, sono aumentati il divario sociale e i corporativismi, si è impoverito il ceto medio produttivo, abbiamo meno welfare e meno diritti. L'obiettivo è dare alle persone speranza, rispondendo alla crisi con più democrazia. Le parole chiave sono regole, civismo, fiducia, solidarietà, equità per costruire un Paese in cui si combattano davvero l'evasione e l'elusione fiscale, si salvino la sanità e il sociale e si taglino sprechi e inefficienze. In cui si investa in ricerca, ambiente, economia verde, cultura, dando opportunità liberalizzando. Non può sostenersi un Paese in cui i profitti sono privati e le perdite pubbliche. Vogliamo un Paese fondato sul diritto e sul merito, non su difese corporativiste. Dopo la vittoria di Hollande in Francia, possiamo ora replicare quella vittoria in Italia con Bersani. Non ne va della sopravvivenza di un partito, ma del Paese”.

Alessandra Moretti, portavoce di Pier Luigi Bersani, ha ricordato che “il nostro avversario è il centrodestra, la demagogia, i populismi”, sottolineando che non si deve parlare “né di agenda Monti, né di agenda Bersani, ma di agenda Italia: più equità, giustizia sociale, uguaglianza. Basta uomini soli al comando, abbiamo bisogno di un collettivo, di una squadra, di elevare il livello di qualità nella politica e di pretenderlo. Il rinnovamento che abbiamo in mente è diverso: è un patto fra generazioni, non uno scontro. Non accettiamo la violenza verbale e la mancanza di rispetto verso chi ha fatto la storia del partito”.

Tra i relatori anche il politologo Carlo Galli, docente di Storia delle dottrine politiche all'Università di Bologna, nota firma del quotidiano La Repubblica ed estensore del “manifesto degli intellettuali” a sostegno di Bersani. “Bersani reinterpreta l'agenda Monti nella direzione dell'equità, dello sviluppo, dei diritti, del lavoro. Il paradigma del neoliberismo è in crisi, occorre riprendere a far politica, la prima cosa da fare è pensare non ai conti pubblici, ma allo sviluppo. Il rigore di bilancio porta il bilancio in pareggio con la morte del paziente. Il primo provvedimento deve essere fare in modo che i cittadini italiani vivano del loro lavoro, che ci sia stato sociale. La nostra è una repubblica fondata sul lavoro e l'obiettivo della politica è fare funzionare le parti di quel lavoro”.

L'incontro ha visto quindi gli interventi del sindaco Gnassi, del presidente della Provincia di Pesaro Matteo Ricci (tra i padri di "Rifare l'Italia" lo scorso anno), del presidente del Forum giustizia PD Andrea Orlando. “Il merito di Bersani è aver riportato la discussione sul terreno della vera posta in gioco: non la contrapposizione fra politica e società, tra giovani e vecchi, ma tra chi ha e chi non ha – ha affermato quest'ultimo -. Bisogna ridare centralità alla questione sociale, è il tema fondamentale per resistere ai populismi e ai radicalismi scambiati per riformismo in questi anni, dal giustizialismo alla rottamazione. Tra i nostri obiettivi più importanti c'è l'uguaglianza”.

Le conclusioni sono state affidate a Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione PD. “Ciò che sta facendo Monti è molto ma non basta. Le politiche di austerità per ridurre il debito pubblico non hanno impedito al debito di aumentare, insieme all'aumento delle disuguaglianze e della povertà. Bersani è il candidato di maggior rottura con la politica conosciuta fin qui: vogliamo vivere in un Paese in cui uno che nasce figlio di benzinaio può diventare presidente del Consiglio”.

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