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Questura, Gnassi risponde a Salvini con la "battuta" di Amarcord e ripercorrendo i "pacchi istituzionali"

Il sindaco: "Parla lui dello scandalo della nuova Questura? Proprio lui che da ministro ha stracciato l’accordo sulla sicurezza firmato pochi mesi prima in Prefettura"

"Salvini, non c'è il gatto! Su, fa il bravo va a casa ...”. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi risponde senza con una frecciata presa in presitito dal film Amarcord di Fellini sulla vicenda nuova questura. Dando indirettamente della Volpina al leader del Carroccio. "Siamo a Rimini, Salvini. E ti rispondiamo come in Amarcord.  Come dire “nu dì cazedi, va là" - incalza il primo cittadino sul suo profilo Facebook - Proprio perché Rimini è mare di paganelli che abboccano a tutto, i riminesi non beccano. Il dialetto è più di una sentenza quando si sentono bugie e fandonie come quelle dell'ex ministro Salvini a Rimini. Parla lui dello scandalo della nuova Questura? Proprio lui che da ministro ha stracciato l’accordo sulla sicurezza firmato pochi mesi prima in Prefettura...

Continua Gnassi: "Proprio lui che ha fatto ritirare all'Inail la proposta di acquisto dell'immobile di via Bassi già inoltrata al curatore fallimentare per 7,5 milioni di euro e ha fatto saltare la ristrutturazione? Proprio lui che non ha messo un euro sulla sede temporanea di via Bornaccini liberata dal Comune per darla ai poliziotti, i cui lavori di ristrutturazione per 700 mila euro sono stati pagati dal Comune di Rimini. Proprio lui e il suo amico Morrone, che hanno allungato la ‘temporaneità’ della sede di piazzale Bornaccini a 18 anni. Proprio lui che quand'era ministro ha abbandonato a se stesso il 'bubbone' di via Bassi e ha annunciato la contestuale chiusura e dismissione della Giulio Cesare senza uno straccio di proposta? Proprio lui, che mi ha tirato “un pacco istituzionale" chiedendo un incontro e poi non ha mai voluto incontrare nessuno, regalando due 'bubboni' a Rimini, questura e caserma?"

Il sindaco chiosa chiamando in aiuto il dialetto: "Ah, caro dialetto, vienici ancora una volta in soccorso per tombolare queste ca...volate. Visto che ti piacciono le sagre e il dialetto, bè in piazza si direbbe così: “... se ta’ n fos un buserd, alora  t'avria na testa com una mazola!".

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