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Ausl unica, Rimini alza la voce: "Non abbiamo bisogno di diktat"

“Il dibattito politico e tecnico sull’ipotesi di costituire un’unica Azienda sanitaria della Romagna non ha bisogno di maldestri diktat ‘che, purtroppo, continuano a provenire da alcuni amministratori"

“Il dibattito politico e tecnico sull’ipotesi di costituire un’unica Azienda sanitaria della Romagna non ha bisogno di maldestri diktat ‘che, purtroppo, continuano a provenire da alcuni amministratori. La salute è qualcosa di più delicato e di più vitale rispetto a qualsivoglia logica egemonica". Sul tema dell'Ausl unica di Romagna intervengono anche il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, e il presidente della Provincia Stefano Vitali.

"Se il territorio riminese ha dato larga disponibilità a ragionare sul tema più generale del riordino istituzionale, deve essere già da ora ben chiaro come sulla sanità e sui servizi al cittadino le istituzioni locali assumeranno ogni iniziativa, a partire da una contrarietà espressa formalmente, circa qualunque ipotesi atta in via diretta e indiretta a penalizzare il territorio riminese, le sue eccellenze, i suoi progressi, i suoi risultati, i suoi investimenti in ambito sanitario, ottenuti grazie principalmente a consistenti investimenti, leggi sacrifici, da parte dei suoi residenti. Riteniamo obbligatorio affermare ora e per tempo questo assunto, proprio in relazione alle continue fughe in avanti in avanti di chi non ha ancora ben focalizzato come ogni passo male calcolato ha un effetto dirompente su un processo ‘in progress’. Non vorremmo che, a causa di questi spericolati kamikaze, l’effetto da ‘dirompente’ divenisse ‘letale’".

"La prospettiva di confluire in un'unica azienda sanitaria romagnola è per molte, comprensibili ragioni anche giustificata. Pertanto all'ipotesi si può serenamente lavorare. Le ‘ragionevoli '’condizioni' per poterlo farne  sono in parte di forma e in parte di sostanza. In altre parole, il territorio riminese deve avere le necessarie 'garanzie' di partecipare a pieno titolo e con pari opportunità allo svolgersi del percorso di costruzione della nuova Azienda, tenendo conto che questa road map incentrata su una visione di sistema più ampia, non può prescindere dal rafforzamento delle eccellenze sanitarie riminesi. Come ad esempio, tra le tante, il sistema dell'emergenza/urgenza (completamento del DEA di Rimini, la cardiologia interventistica) o la ricerca di un punto di equilibrio sull'area oncologica che permetta di definire una vocazione chiara e garantire sostenibilità economica all' IRCSS di Meldola, ma al contempo  non 'mortifichi' la logica della rete e quindi il ruolo attivo delle oncologie sui territori" continuano i due amministratori.


"Che non siano richieste irragionevoli è dimostrato dai numeri, assolutamente da primato in Romagna per l’Asl riminese per quanto riguarda l’autonomia finanziaria (e dunque la non dipendenza dai ripianamenti economici regionali)  e l’indice di dipendenza della popolazione delle strutture ospedaliere pubbliche e private per Azienda Usl di residenza. Per essere più pragmatici, crediamo che sia innanzitutto necessaria una fase di elaborazione di un Documento 'costituente' in cui impostare i principi generali e quindi via via entrare tecnicamente nello specifico attuativo sul quale, ribadiamo, Rimini ha le carte in regola per recitare un ruolo strategico a servizio della propria comunità e dei propri cittadini. Ogni altra scorciatoia, sia pure tentata a parole, magari per ‘vedere l’effetto che fa’, porterebbe a scenari diversi e peggiorativi della situazione attuale e dunque, se così fosse, per parte nostra dichiariamo già oggi di non essere disponibili a percorrere  una via che legittimamente contrasteremmo con i mezzi che la legge e le norme mette a disposizione”.
 

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