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Sensoli (M5S): "Dopo il rogo a Raibano serve indagine epidemiologica"

La capogruppo pentastellata in Regione presenta interrogazione sul rogo che si verificò nell’impianto di stoccaggio dei rifiuti nella notte tra il 3 e il 4 settembre del 2016

“I controlli dopo l’incendio dello scorso anno nell’area di stoccaggio dell’inceneritore di Raibano sono stati assolutamente insufficienti. Per questo chiediamo che la Regione avvii al più presto, oltre a un monitoraggio continuo dell’area, anche uno studio epidemiologico per acquisire informazioni su eventuali patologie derivanti dalla presenza dell’inceneritore”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta riguardo l’inceneritore Raibano a Coriano di Rimini e in particolare sull’incendio che si verificò nell’impianto di stoccaggio dei rifiuti nella notte tra il 3 e il 4 settembre del 2016. “Quella notte il rogo provocò una densa nube di fumo nero che provocò diversi malesseri alle persone che abitano nelle vicinanze dell’inceneritore – spiega Raffaella Sensoli – Una situazione molto critica contro cui la Regione non ha messo in campo i dovuti accertamenti visto che gli accertamenti di laboratorio effettuati nei giorni successivi all’incendio sono stati assolutamente insufficienti”. Nella sua interrogazione Raffaella Sensoli specifica che le analisi hanno riguardato solo 7 campioni (5 prelevati nei giorni successivi all’incendio e soltanto 2 dopo un mese e mezzo) e hanno riguardato zone scelte non attraverso una metodologia scientifica, ovvero in base alle indicazioni dei venti di ARPAE, ma grazie ad indicazioni verbali assunte da abitanti della zona.

“Visto che, come specificato anche dagli stessi risultati delle analisi, l’inceneritore di Raibano emette costantemente nell’atmosfera sostanza pericolose come le diossine, metalli pesanti e idrocarburi, la Regione deve al più presto avviare un monitoraggio continuo delle colture presenti nell’area interessata dall’impianto – aggiunge Raffella Sensoli – cercando anche di aumentare il numero di prelievi e di campionamenti. In più crediamo sia doveroso, alla luce dell’incendio dello scorso anno e dei successivi controlli carenti, dare alla popolazione tutte le rassicurazioni del caso avviando anche uno studio epidemiologico su eventuali patologie che potrebbero essersi venute a creare o che potrebbero sorgere nel breve e nel lungo periodo. La superficialità con cui sono stati effettuati i controlli dopo il rogo – conclude Raffaella Sensoli – è un fatto molto grave a cui si deve necessariamente porre rimedio”.

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