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“Sulla modifica alla legge regionale sulle Acer prevale la conservazione e la lobby sindacale"

"Alla fine per la legge di modifica delle Acer il buon senso ha ceduto il passo al conservatorismo di parte dei sindacati"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RiminiToday

"Alla fine per la legge di modifica delle Acer il buon senso ha ceduto il passo al conservatorismo di parte dei sindacati. Oltre a condivisibili modifiche rispetto alla funzione tipica delle Acer ed alla introduzione di controlli più stringenti sui requisiti obbligatori per godere del diritto ad una casa di edilizia sociale, non si è voluto affrontare il problema di un tourn-over che permetta di dare risposte  alle fasce indigenti che veramente necessitano di una casa con il sostegno dell'ente pubblico.

Nei miei progetti di legge, abbinati a quello della Giunta, avevo semplicemente proposto di prevedere l'uscita dal circuito dell'edilizia sociale per le famiglie che per vari anni superavano il reddito Isee di 51.000 euro che ricordo è inferiore al reddito realmente percepito dall'intero nucleo familiare. Ovviamente nessuno voleva mettere sulla strada nessuno, ma si trattava semplicemente di stabilire un principio per il futuro e di prevedere una strategia transitoria per concedere tempo e protezione a chi fosse uscito dal circuito.

Del resto, nella provincia di Rimini, un tavolo organizzato dalla Prefettura, con la presenza della Provincia di Rimini, del Comune di Rimini e di tutti i maggiori comuni oltre alla Caritas ed a molti sindacati, aveva sottoscritto un documento in cui si invitava la Regione a modificare la legge sulle Acer nei modi da me indicati nei due progetti di legge.

La maggioranza che governa la Regione, dopo aver in qualche modo condiviso questa impostazione, ha fatto una repentina marcia indietro davanti alla protesta dei sindacati soprattutto bolognesi. Si continuerà quindi a garantire chi già è garantito ed a lasciare nel bisogno gli emarginati veri.

Allo stesso modo continueremo a vedere assegnati gli alloggi popolari principalmente agli stranieri che denunciano una situazione economica indigente quando magari provvedono a ingenti trasferimenti di denaro all’estero.  Avevamo provato a rendere più attuale e più giusta la disciplina ma dobbiamo prendere atto che ha prevalso la conservazione e la pressione della lobby sindacale".

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