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Test sierologici, Pd contro il sindaco: "Fa propaganda e si assume un rischio per la salute dei cittadini"

“Bisogna riaprire a avviare la stagione turistica in condizioni di sicurezza per la salute delle persone. Ma per fare questo serve un percorso chiaro per la gestione dei test sierologici"

“Bisogna riaprire a avviare la stagione turistica in condizioni di sicurezza per la salute delle persone. Ma per fare questo serve un percorso chiaro per la gestione dei test sierologici, che rappresentano una risposta efficace ma ancora troppo piena di incognite per poter essere maneggiata con superficialità e pressapochismo. Men che meno la si può mettere in mano alla propaganda politica. Questo è l’ambito in cui si è mossa la sindaca di Riccione con la proposta di effettuare test a tutti ancor prima che l’autorità sanitaria ne abbia validato procedure e modalità di accreditamento dei laboratori privati. Scopiazzando in malo modo la delibera della Regione Emilia Romagna”: è l'affondo del Pd di Riccione nei confronti della sindaca Renata Tosi. 

Per il Pd Tosi “ha sviluppato un concetto sbagliato e pericoloso con pressapochismo, assumendosi il rischio di uscire dal percorso definito dalla Regione e alimentando anche inutili illusioni e speranze nelle persone. Tutto quello che la politica non dovrebbe fare in questo momento. Aprendo scenari divisivi rispetto al prezioso lavoro di collaborazione istituzionale con cui fino ad oggi si è gestita una emergenza che ha visto imporre scelte durissime per la provincia di Rimini e proprio grazie a queste scelte raccogliere ora i frutti di un contagio sotto controllo e di strutture ospedaliere che non sono mai arrivate alla saturazione. Tosi non ha nessuna competenza per chiudere accordi con i laboratori privati. Mentre lei strilla sui giornali, la regione lo sta facendo per tutti noi”, è l'attacco.

Il Pd ricorda che da un punto di vista tecnico “i test sierologici sono un valido ausilio alla tutela della salute , ma se negativi vanno ripetuti dopo 15 giorni e ogni volta che c’è un contatto dubbio; se positivi testimoniano l’avvenuto contatto con il virus, ma non se il soggetto è immune o infettante. Si deve quindi far sempre un esame di laboratorio: se l’esame di laboratorio è positivo per IgM (malattia in atto) bisogna fare il tampone. Una procedura complessa e delicata che necessita di essere gestita nei confini del controllo dell’azienda sanitaria. Deve quindi essere chiaro che non è proprio come prendere un caffè, come è noto che da settimane, molto prima della irresponsabile e pericolosa dichiarazione della Tosi.

Ed infine: “Tosi è stata rigidissima nel richiedere la proroga che tiene bloccata la provincia di Rimini nella zona arancione, impedendo agli operatori del turismo di recarsi nei propri luoghi di lavoro (spesso soli) per predisporre quanto utile alla eventuale riapertura. Prima tutto chiuso, state a casa, poi riapriamo con il test sospeso. Sappiamo che la coerenza le fa difetto ma qui non si scherza. C’è di mezzo la salute delle persone e la tenuta di una intera economia”.

La replica

A stretto giro arriva la replica del sindaco Renata Tosi: “Io dico no alle rivalse astiose che arrivano da chi si sente relegato in seconda posizione. Noi a Riccione ci siamo mossi per primi nel dialogare con la Regione Emilia Romagna sulla possibilità di screening di massa con test sierologici. Se per qualcuno è stato uno smacco, è un problema suo. Ribadisco, come amministrazione riccionese ci siamo mossi dopo un costante contatto con la Regione. Io ho contatto personalmente il sottosegretario alla giunta Regionale, Davide Baruffi diversi giorni prima dalla mia presa di posizione pubblica (vedi comunicato del 17 aprile del Comune di Riccione) e solo dopo la delibera di Giunta Regionale (giovedì 16 aprile). Nelle mie comunicazioni ho sempre premesso di aver preso contatto e atteso un’apertura da via Aldo Moro, arrivata puntualmente come riportato da tutta la stampa nazionale,  e nel frattempo ho trovato possibili soluzioni pratiche per garantire ai miei cittadini una possibilità in più. Ho contatto tutte le strutture private del territorio della città di Riccione, a cui ho inviato per informarle la delibera regionale affinché si accreditino per poter avere l’autorizzazione a eseguire i test con modalità - che ribadisco e sottolineo con forza - saranno dettate dalla Regione. Ho deciso che i dipendenti pubblici debbano essere tra le categorie da sottoporre ai test sierologici perché una macchina amministrativa che funziona è garanzia per i cittadini. Ho detto che la Fase2 che tutti attendiamo, lavoratori e cittadini insieme, deve essere preceduta e poi affiancata dai test sierologici. E ho sentito - ed apprezzato - dire al sindaco del capoluogo della provincia di Rimini che la base della Fase2 sono proprio questi test. Quindi? Il problema è che Riccione, e il suo sindaco, si sono mossi per primi? Credo che la questione sia molto semplice, ci sono quelli che stanno nella “paura” (paura di essere scavalcati, di perdere potere, di arrivare secondi) e quelli che stanno nella voglia di dare risposte alla propria comunità. Comunità che ha voglia di lavorare, vivere e essere rassicurata nei confronti del contagio. Io ho scelto da che parte stare”. 

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