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Turismo, Elisa Marchioni chiede “un cambio di passo"

Elisa Marchioni, parlamentare Pd referente alla Camera dei Deputati ha sollecitato il ministro del Turismo Piero Gnudi, in audizione alla X commissione Attività produttive della Camera dei Deputati

«Chiedo al governo un cambio di passo per fare che dalle affermazioni di attenzione verso il turismo si passi a politiche e strategie capaci di cambiare davvero e innovare e dare slancio ad un comparto industriale a tutti gli effetti. E che può trainare l'economia fuori dalla crisi». Così Elisa Marchioni, parlamentare Pd referente alla Camera dei Deputati ha sollecitato il ministro del Turismo Piero Gnudi, in audizione alla X commissione Attività produttive della Camera dei Deputati.

Al titolare del dicastero Marchioni ha sottoposto anche i temi della chiusura del dipartimento turismo, che verrà trasformato in un semplice ufficio presso il ministero per gli Affari regionali, «eclissando così il turismo da voce importante delle politiche economiche e industriali del paese, con il suo 12% di Pil annuo che produce», spiega la parlamentare riminese. E sempre sui tremi caldi per il settore, ha ricordato «la necessità di politiche nazionali e di un'Enit efficiente» e i problemi delle concessioni demaniali, oltre la contratto di lavoro stagionale per gli studenti: «nelle zone turistiche da sempre rappresenta una vera e propria palestra di vita lavorativa per i ragazzi, oltre che una fonte di reddito che garantisce loro l'affrontare gli studi e la propria vita con un minino di indipendenza economica. Ragioni sociali e culturali sedimentate e rinnovate di generazione in generazione che non possiamo dimenticare».

Durante il suo intervento la deputata riminese ha preannunciato al ministro Gnudi gli emendamenti sul turismo al decreto di Sviluppo, in arrivo al Parlamento dal consiglio dei ministri, tesi a «riportare il turismo al centro delle politiche del governo. Proporremo il credito del 50% anche per chi ristruttura gli alberghi, così come sarà per chi ristruttura le abitazioni: è una misura che migliora l'offerta turistica e, in parte, si ripaga da se attraverso l'emersione del lavoro sommerso.

Il secondo emendamento è per proporre il meccanismo dei buoni vacanza secondo il modello francese: muove l'economia senza bisogno di risorse pubbliche, ampliando la platea di coloro che possono accedere alle vacanze. Non più una sovvenzione per le famiglie meno abbienti ma un vero e proprio sistema di benefit collegati al mondo delle imprese, sullo stile dei buoni pasto. In Francia movimentano un miliardo e 400 milioni di euro a fronte dei 5 milioni di euro in Italia: sono numeri che, non solo in questi tempi, non credo si possano sottovalutare».

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