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Tutela e promozione dell'olivo, approvata risoluzione alla Camera

La coltura dell’olivo si sviluppa in Emilia-Romagna su una superficie complessiva di circa 5.500 ettari, di cui il 56% in provincia di Rimini (valli dei fiumi Marecchia, Marano e Conca)

La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato all'unanimità la risoluzione sul Piano Olivicolo Nazionale proposta dal PD e integrata con i testi dei gruppi di minoranza. “Vogliamo concentrare risorse ed energie su questo settore strategico del Made in Italy, rilevantissimo per l’agricoltura del territorio riminese – commenta il deputato Pd Tiziano Arlotti -, L'emergenza xylella e il maltempo hanno colpito la filiera olivicola con la peggiore crisi dell'ultimo ventennio. Il Parlamento si è fatto carico delle difficoltà denunciate dalle organizzazioni categoria e ha deciso di puntare sull'intensificazione produttiva, la promozione della qualità e dell'origine, il sostegno alla commercializzazione. Viene inoltre tenuta in grande considerazione la valorizzazione della funzione ambientale e paesaggistica degli uliveti, così come il ruolo dei frantoi storici come importanti presidi culturali e attrattori turistici da tutelare”.

La coltura dell’olivo si sviluppa in Emilia-Romagna su una superficie complessiva di circa 5.500 ettari, di cui il 56% in provincia di Rimini (valli dei fiumi Marecchia, Marano e Conca). In Provincia di Rimini la media annua di olive molite è stata di 51mila quintali circa nel decennio 1993-2003 e di 64mila quintali circa nel decennio 2004-2011, di cui il 60% deriva dalla produzione locale che oscilla fra minimi di 13.200 quintali e massimi di 51.300 quintali. L'entroterra riminese vanta un patrimonio olivicolo di 375mila piante, dando vita a una produzione di alta qualità riconosciuta dalla D.O.P. “Colline di Romagna” extravergine.

Obiettivo principale della risoluzione sul Piano olivicolo è l’incremento della produzione senza accrescere la pressione sulla risorsa idrica, puntando alla razionalizzazione della coltivazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti e lo studio di nuovi sistemi colturali in grado di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica. Si dovrà, al contempo, tutelare l’olivicoltura a valenza paesaggistica a rischio abbandono o già abbandonata. Si punta sulla qualità dell’olio extravergine italiano e sulla consapevolezza dei consumatori per un acquisto cosciente di un prodotto d’eccellenza. Il piano olivicolo nazionale che dovrà essere redatto dal ministero dell’Agricoltura dovrà sostenere e promuovere l’attività di ricerca per implementare e migliorare la coltura olivicola, stimolando anche il recupero varietale delle cultivar nazionali.

“L'unanimità ottenuta in Commissione Agricoltura della Camera deve tradursi in un’attività amministrativa efficiente ed efficace indispensabile ad affrontare con la necessaria serenità la prossima stagione olivicola operativa  - conclude Arlotti -. Ciò che bisogna definire con il Governo è la quantità di risorse necessarie a tradurre il Piano Olivicolo Nazionale in azione.  Auspichiamo che il Governo riesca a stanziare più dei 20 milioni di euro di cui si è parlato nei giorni scorsi, magari destinando a questa strategia ulteriori fondi della Politica Agricola Comunitaria con la collaborazione delle Regioni”.

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