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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Carnevale: origini e curiosità tra coriandoli e stelle filanti

Non soltanto carri allegorici e coriandoli. Il Carnevale, nell'antica Grecia e Roma coincideva con la "festa della follia". Ecco alcune curiosità sulla ricorrenza più gioiosa e vivace dell'anno.

Non soltanto carri allegorici e coriandoli. Pensiamo invece ad una giornata, o addirittura ad un'intera settimana, in cui potete essere una persona totalmente diversa da quello che siete durante il resto dell’anno. Così gli antichi, ma anche il Rinascimento italiano (La poesia carnevalesca per eccellenza è Il Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de’ Medici: «Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza»), vivevano il Carnevale.

Ovviamente greci e romani non lo chiamavano così, ma avevano una «festa della follia» in cui tutti i ruoli sono ribaltati: il ricco diventa povero, il servo padrone. Ci si riesce mascherandosi, coprendo la propria faccia.


Carnevale tutte le feste fa ritornare: le date
Ci sono più ipotesi sull’inizio del Carnevale. Chi dice il giorno di Santo Stefano, chi dopo il 6 gennaio, chi segnala il 17, sempre di gennaio. Certa la chiusura, con l’unica eccezione del rito ambrosiano. I giorni di maggiori festeggiamenti sono di solito gli ultimi che precedono il mercoledì delle ceneri che apre ufficialmente la Quaresima. È comunque una festa mobile perché legata alla Pasqua, cioè la domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera.

Gli antichi
Gli storici collegano il Carnevale ai Saturnali degli antichi Romani. Coincidono per periodo al nostro Carnevale, ma sono collegabili più al passaggio l’anno vecchio e quello nuovo che cadeva in questi mesi per il calendario romano. Le dionisiache greche sono feste simili, in cui le regole sociali venivano temporaneamente eliminate, una sorta di caos prima del nuovo ordine che restava per tutto l’anno seguente con il vecchio anno rappresentato da un uomo coperto di pelli di capra che veniva preso a bacchettate.

Il Carnevale
Il nostro Carnevale è figlio del Cristianesimo. Il Carnevale viene immediatamente prima della Quaresima, il periodo di penitenza e digiuno prima della Pasqua. Carnevale e Quaresima sono due rituali opposti e collegati. Il primo è tutto festeggiamenti, la seconda tutto pentimento. Quando comincia la seconda il primo si chiude. In alcune località si fa addirittura il processo al festaiolo Carnevale impersonato da una delle sue maschere. È festa di ricchezza il Carnevale e anche un po’ di spreco: l’uso è lanciare cose, dai coriandoli alle stelle filanti passando per le arance, addirittura in battaglia a Ivrea.

"Tutti i cibi in Quaresima fan male, a chi abusò di tutti in Carnevale"
La parola Carnevale viene dal latino carnem levare e ancora una volta è un riferimento a quello che viene dopo, quando si deve togliere la carne per il digiuno. C’è sempre la carne anche nella versione toscana Carnasciale. Era l’ultimo momento per mandare giù un poco di cibo gustoso. Una tradizione quella del Carnevale che è italiana d’origine ed esportata nel mondo. La parola è stata adattata in molte lingue del mondo.

L'abbondanza del Carnevale
Il Carnevale è segno di ricchezza ed abbondanza, così come i giorni grassi: giovedì e martedì. In queste giornate, si mangiavano tutte le cose migliori rimaste in casa e che non si potevano consumare durante il periodo di astinenza della Quaresima. Oltre al francese Mardi Gras, il giorno che precede il mercoledì delle Ceneri è noto nei paesi anglosassoni come Shrove Tuesday, martedì della confessione, e negli Usa anche come Pancake day. Ci sono vere e proprie gare di corsa con una padella e una frittella da girare almeno tre volte nel tragitto. Pare che la tradizione ricordi una donna che corse con la padella finendo di cucinare in strada perché era in ritardo per la messa.

I coriandoli
Se poi alla fine il Carnevale lo identificate con i coriandoli sappiate che questi pezzetti di carta se li è inventati nell’Ottocento Enrico Mangilli da Crescenzago, ingegnere di professione, che commercializzò i cerchietti della carta usata per l’allevamento dei bachi da seta. Ha un rivale Ettore Fenderl, anche lui ingegnere, che di aver creato triangoli di carta visto che non si poteva permettere i confetti di gesso sempre nell’Ottocento.

Qualcosa però si è sempre lanciato. All’estero i coriandoli si chiamano confetti. Il nome è comunque italiano e viene dal Rinascimento quando si lanciavano dolcetti o piccoli semi ai matrimoni e durante il carnevale. Si chiamavano anche coriandoli, dal seme della pianta del coriandolo.

"Le maschere hanno spaccio in carnevale e allor ch'è d'uso più la roba vale"
In Italia, non mancano senz'altro le maschere: ce n'è una per ciascuna città. Brighella è un servo astuto in origine, poi un servitore un po’ più assennato. Balanzone è il dottore dell’Università di Bologna. Più presuntuoso che veramente sapiente. Il nome deriva da balanza, cioè bilancia, che rappresenta la Giustizia. Pulcinella è una maschera napoletana della Commedia dell’Arte. Pare l’abbia inventata Silvio Fiorillo attore napoletano della prima metà del 1600. Il nome potrebbe venire dal naso adunco o dal cognome Pulcinello o Polsinelli, molto popolare. Pantalone è un mercante non più giovane, certamente avaro e con un debole per le fanciulle. Veneziano, nasce alla metà del Cinquecento. Arlecchino è la maschera dal vestito di tanti colori, ma l’origine del nome è luciferina visto che significa re dell'Inferno. Alla fine risulta un mix dello Zanni, sciocco bergamasco, e dei diavoli da farsa.

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