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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Al Meni sbarca nella "Piazza dei Sogni", Gnassi: "Sarà un'edizione storica, non poteva mancare"

La kermesse alla prova green pass. In arrivo lo chef stellato Massimo Bottura, 16 talenti della gastronomia contemporanea anche per le dettare le tendenze del post Covid

I cibi fermentati e la cucina del recupero, gli showcooking stellati e lo streetfood d'autore, il mercato con le eccellenze e i produttori. Il tutto nell'orinico contesto del centro storico di Rimini declinato su Federico Fellini. Il tendone del Circo 8 e mezzo di "Al Meni" torna a impiantarsi, il 7 e 8 agosto, al fianco di piazza Cavour, nella nascente piazza dei sogni, andando poi a "invadere" anche la vicina Rocca, il Part e il teatro Galli. Con lo chef stellato Massimo Bottura, 16 talenti della gastronomia contemporanea anche per le dettare le tendenze del post Covid: tra cui Bernardo Paladini da Dubai, Celine Pham e Clio e Anne da Parigi, Silver Succi da Rimini. Per Andrea Gnassi è l'ultima edizione da sindaco e un po' si commuove raccontando alla stampa il cammino fatto. Che è il cammino di una città che "voleva cambiare" rotta, "hardware e software" come da claim gnassiano per cui nei bar, all'inizio lo canzonavano in romagnolo con un "ma che vuol dire?". Al Meni, le mani, è "una piccola, significativa, densa storia italiana, nata dove nasce la via Emilia". Così "abbiamo seminato cultura e coltura", perché "c'è bisogno di terra, di mani e di sogni". Sotto il tendone ci sono infatti "storia e fatica di imprese e persone che portano i refettori in giro per il mondo".

Sarà, prosegue il sindaco, "un'edizione storica, non poteva non esserci", aperta rigorosamente a chi ha il Green Pass, "la garanzia di massima libertà, in un posto da sogno" dove nasce il museo Fellini, una piazza dove c'era un parcheggio, una rocca, il teatro, il museo Part con il giardino, e il Fulgor che sarà illuminato da un videowall. Cultura e coltura, appunto, "un seme prezioso che ha attecchito e nessuno smonterà il circo dei sogni", conclude il primo cittadino.

"Ora si parla di ristorazione di qualità in Romagna, in 10 anni abbiamo cambiato la cucina romagnola", gli fa eco lo chef Bottura, ricordando che più venduti e consumati erano il Nero d'Avola e il salame tipo Milano. "Tutto è focalizzato sulle materie di altissima qualità che abbiamo in regione", prosegue sottolineando che l'edizione dell'anno scorso, la prima in centro, gli è piaciuta molto. "Al mare è legato a essere in spiaggia, nel centro, con l'attraversamento del Part sarà qualcosa di meraviglioso". La sua Osteria Francescana è ripartita dopo il covid "più forte che mai" perchè "conta solo il duro lavoro, la cucina è un gesto d'amore". Come quello di portare il suo refettorio in giro per il mondo per sfamare i più colpiti dalla pandemia: nel 2020 "abbiamo servito mezzo milioni di pasti a persone in difficoltà". Nella due giorni, oltre ai 16 chef nelle due cucine a vista in piazza Malatesta e nell'arena Francesca da Rimini, spazio allo street food stellato con regina, ovviamente, la piadina, così come il pesce del mar Adriatico. In piazza Cavour il mercato dei contadini con le loro eccellenze, dal Parmigiano Reggiano di vacche bianche ai grani antichi della Valmarecchia. E sotto la vecchia pescheria le conversazioni tra pandemia e recupero, cucina circolare, foraging. Con Slow food approfondimento, infine, sulla spesa ragionata con tanto di personal shopper per il mercato, sul "cibo ritrovato nel mondo sospeso" e sulle cotture, in particolare del pesce dell'Adriatico, meduse comprese. Protagonisti della kermesse anche il pane e il vino riminese Rebola.  (fonte Dire)

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