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Torna in mare la tartaruga marina Fegghy: il Conero la sua nuova 'casa'

Il 21 novembre 2005, un peschereccio a San benedetto del Tronto, l'ha trovata impigliata nelle reti con la parte superiore della ranfoteca (il becco) amputata

Fegghy, una tartaruga marina di circa 16 anni, con una lunga e tortuosa storia alle spalle, martedì cambierà casa e sarà trasferita in un area protetta all’inizio del Parco del Conero a Numana. L’Acquario di Cattolica e la Fondazione Cetacea, di comune accordo, hanno deciso di accompagnare in questo nuovo percorso riabilitativo la tartaruga marina Fegghy. In affidamento dal 2007 all’Acquario di Cattolica, si tratta di un esemplare adulto di tartaruga marina della specie Caretta caretta, che martedì mattina sarà trasferita sulla Riviera del Conero, per poter proseguire un programma di riabilitazione che prevede il suo reinserimento in mare già nel mese di settembre.

Una storia di ordinaria consuetudine, quella che vivono la maggior parte di tartarughe marine in Mediterraneo. Una specie a forte rischio di estinzione: dati i sempre più frequenti spiaggiamenti dovuti principalmente a: disidratazione, soffocamento per ingestione di plastica, restano impigliate nelle reti da pesca e a volte incappano nelle eliche di motoscafi, questo è il caso di Fegghy.

Il 21 novembre 2005, un peschereccio a San benedetto del Tronto, l’ha trovata impigliata nelle reti con la parte superiore della ranfoteca (il becco) amputata. Subito soccorsa dal Pronto Intervento della Fondazione Cetacea e ricoverata in condizioni pietose e soprattutto impossibilitata a mangiare,  per 18 mesi è rimasta in degenza presso l'Ospedale delle Tartarughe marine della Fondazione a Riccione. Dopo due interventi chirurgici di ricostruzione della mascella e tanta riabilitazione Fegghy ha iniziato a mangiare quasi autonomamente, ma restava comunque impossibilitata a tornare in mare, non essendo più in grado di cacciare le sue prede abituali ma, soprattutto, correndo il rischio che parassiti che spesso aggrediscono la sua specie, si annidassero nella cavità del becco (ranfoteca).

All’epoca un consulto con vari altri esperti aveva indotto la Fondazione Cetacea a ritenere il suo ritorno in mare problematico poiché non c’era la possibilità di verificare la crescita o meno di parassiti che potessero impedire la normale alimentazione, così si era deciso di cercare una struttura idonea in grado di provvedere al suo sostentamento. Si è optato quindi per il trasferimento a tempo indeterminato presso il vicino Acquario di Cattolica. 

Al suo arrivo nell’estate 2007, Fegghy pesava 16 chilogrammi e misurava 50 centimetri; il suo peso attuale è di 38 chili e la sua lunghezza è di 65 centimetri. In questi 6 anni è vissuta nella “Baia della tortuga”, una vasca di oltre 80,000 litri di acqua marina, condividendo lo spazio con numerose specie del  Mediterraneo. Veniva cibata 3 volte alla settimana con una dieta il più possibile differenziata che prevedeva sgombri, calamari, merluzzo e aringa. Fegghy e’ diventata la beniamina e anche la testimone di un forte messaggio educativo per tutte le persone che l’hanno conosciuta.

Quest’anno Fondazione Cetacea ha realizzato nell’ ambito di un progetto europeo (IPA Adriatic NETCET) che ne ha finanziato i costi assieme alla Rete Regionale Marche per la conservazione delle tartarughe marine della Regione Marche, un area per la riabilitazione di tartarughe marine (Caretta caretta) in mare. Gli esemplari ospedalizzati presso il Centro di Recupero della Fondazione Cetacea completano l’ ultima fase di recupero motorio in quest’area prima di essere di nuovo rintrodotti in natura. Quest’area, il cui diametro e di 60m e circoscritta da una rete di maglia di 4,5 centimetri lunga oltre 100 metri ed alta 3,5 metri.

Monitorata giornalmente da volontari e stagisti della Fondazione Cetacea, sarà possibile verificare se Fegghy sarà in grado di procacciarsi in maniera autonoma le proprie prede e se parassiti (epibionti) potranno colonizzare la sua bocca in modo tale da compromettere la sua alimentazione. Se tutto andrà come si spera a settembre, la Fondazione Cetacea e l’Acquario di Cattolica, che in questi anni si sono prodigati per il suo benessere, vedranno coronati i propri sforzi col definitivo rilascio in mare. Questi animali sono specie protette e che queste operazioni sono sempre realizzate in collaborazione e con il consenso del Corpo Forestale dello Stato, autorità di riferimento in materia e capitanerie di porto.

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