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Nubifragio record? Meglio essere preparati

Rimini colpita da una pioggia straordinaria, i danni provocati rendono estremamente attuale una riflessione sull'importanza della prevenzione idrogeologica

Un vero e proprio diluvio si è abbattuto lunedì scorso sulla riviera romagnola, mettendo Rimini in ginocchio. Scene di panico tra le persone, moltissime abitazioni allagate, strade trasformate in torrenti, fogne che invece che incamerare acqua ne sputavano a go go, con situazioni particolarmente critiche in via Sacramora e nella zona Grotta Rossa.

Con oltre cento millimetri d'acqua caduti in circa un'ora, si è raggiunto il record dal 1920. Indubbiamente il fenomeno è straordinario, ma la città decisamente non ha reagito bene. Quanto successo e il livello di panico in cui la pioggia ha gettato il riminese rendono di estrema attualità l’importanza della prevenzione idrogeologica, sulla quale sarebbe necessario riflettere (e lavorare) non solo davanti all’emergenza.

Infatti, anche se l’opinione pubblica e gli organi decisionali sembrano ricordarsene solo nel momento della calamità, quando le immagini di cronaca fanno clamore, in Italia – come registra l’ultimo documento dell’ A. N. B. I., l’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni - i comuni a elevato rischio idrogeologico sono 6.633 (oltre l’80 per cento), le persone che abitano in un territorio ad alto rischio toccano quota 6 milioni e quelle in zone a rischio medio 22; gli edifici esposti a frane e alluvioni sono 1.260.000 (dei quali 6.251 scuole e 531 ospedali). La Penisola ha inoltre bisogno di costanti e organiche azioni di manutenzione anche per l’intensa urbanizzazione e la forte antropizzazione. Conta 189 abitanti per chilometro quadrato (contro i 114 della Francia e gli 89 della Spagna), che vanno dai 68 della Sardegna ai 420 della Campania.

Le cifre registrate dal piano A. N. B. I. per una mitigazione del rischio idrogeologico non sono da poco, contemplano 2943 interventi, per un importo complessivo di 6.812 milioni di euro. Ma «la sicurezza territoriale, alimentare e ambientale – spiega Massimo Gargano, presidente dell’Associazione - è presupposto indispensabile per la crescita economica di qualsiasi Paese e soprattutto dell’Italia, causa la fragilità del territorio e l’accentuata variabilità climatica». E tutti i più recenti casi di cronaca legata ai fenomeni atmosferici, dall’alluvione di Genova a quella della Maremma Grossetana, dimostrano chiaramente che, anche in termini strettamente economici, prevenire è decisamente più conveniente che curare.

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