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Il sogno di Dima si è avverato. Dopo essere fuggito dalla guerra in Ucraina si laurea campione d'Italia

Dima, profugo ucraino, che da un anno si allena a Riccione sotto la guida del Maestro Giuseppe Longo, dopo aver vinto i campionati regionali ha imposto la sua netta superiorità anche a Taranto

La città di Taranto ha ospitato la prima finale nazionale cadetti A2. La Fijlkam (Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali) per il primo anno è stato diviso il campionato Italiano in due fasce. La sede di Taranto è stata individuata al fine di testare l'organizzazione in previsione dei Giochi del Mediterraneo che si terranno nel 2026. La Polisportiva Riccione si è presentata con due atleti: Halich Dmytro (detto Dima) cat. 73 kg e Federica Bugli cat. +70 kg.

Dima, profugo ucraino, che da un anno si allena a Riccione sotto la guida del Maestro Giuseppe Longo, dopo aver vinto i campionati regionali ha imposto la sua netta superiorità anche nel palazzetto pugliese. Ha superato 6 incontri piazzando un punto dietro l'altro, ma anche lavorando di astuzia e strategia, senza subire alcun punto. Ha raggiunto l'apice in semifinale dove ha battuto un atleta napoletano, della blasonatissima Nippon, fucina di campioni internazionali, in pochissimi secondi con una tecnica di "Sutemi" (ossia una tecnica di sacrificio, in cui un atleta prende appoggio sulla propria schiena per proiettare l'avversario). In finale ha quindi superato un altro atleta di origine ucraina residente a Prato, prima piazzando un "Wazari" (mezzo punto) e subito dopo costringendolo in un azione pericolosa in cui l’avversario, tentando la proiezione, ha appoggiato la testa al suolo mettendo in pericolo la propria incolumità che gli è valso un "Hanzokumake" (squalifica) regalando così al riccionese un titolo storico.

La Bugli invece si è presentata a Taranto con obiettivi meno ambiziosi, essendo stata ferma dalle competizioni per diverso mesi a causa di un intervento chirurgico. La riccionese ha superato il primo turno, per poi cedere il passo contro un'atleta romana (prima in ranking) e quindi contro una siciliana sicuramente per ora più esperta.

"Dima è stato un vero leone. Ha lottato con la determinazione di chi non si accontenta. È stato un risultato costruito grazie alla costanza e al rapporto di fiducia che in questo anno abbiamo costruito. La mamma Marina lo segue molto. Grazie a questo, oltre ai classici allenamenti che facciamo in palestra 3 o 4 volte a settimana, Dima insieme agli altri agonisti va spesso in altre palestre della Romagna al fine di migliorare e aumentare il livello di confronto. Federica ha espresso un ottimo potenziale raggiungendo l'obiettivo minimo che ci eravamo prefissati. Ha comunque espresso un ottimo potenziale che speriamo possa molto presto trovare forma e risultati".

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