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Sabato, 20 Aprile 2024
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Il Tour de France volano per il turismo. "2 milioni di spettatori e 120 milioni di euro di indotto"

Secondo uno studio commissionato dalla Regione, per le prime tre tappe del Tour si possono prevedere circa 1,8 milioni di spettatori presenti in Italia, di cui oltre 730 mila in Emilia-Romagna

Dopo l'annuncio della Grand Départ da Firenze, è la volta di Bologna. Nella mattinata di giovedì (22 dicembre) il capoluogo di Regione ha ospitato la presentazione del Tour de France 2024. All'evento erano presenti anche il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e l'assessore allo Sport Moreno Maresi. La grande partenza, con prima tappa il 29 giugno 2024 da Firenze a Rimini, porterà la città al centro del mondo. Oltre agli aspetti sportivi, ai gesti tecnici dei ciclisti, una tappa del Tour significa anche indotto economico oltre che una visibilità di promozione turistica su scala planetaria.

Il Tour genererà quasi 2 milioni di spettatori e 120 milioni di euro di indotto. Secondo uno studio commissionato dalla Regione, per le prime tre tappe del Tour si possono prevedere circa 1,8 milioni di spettatori presenti in Italia, di cui oltre 730 mila in Emilia-Romagna. E circa 130 mila presenze negli alberghi, la metà in Emilia-Romagna. Importanti le ricadute economiche, con un indotto diretto di 59 milioni di euro, di cui 29 milioni in Emilia-Romagna, più l’indotto e i benefici indiretti a livello nazionale per ulteriori 47 milioni, con altri 13 milioni sulle aziende della filiera del ciclismo.

Uno straordinario evento, non solo sportivo, che vedrà dunque protagoniste - dal 29 giugno al 1^ luglio 2024 - Firenze e l’Emilia-Romagna, e con loro il Piemonte, attraverso territori in cui il ciclismo vanta grandissime tradizioni e radici popolari, che hanno dato a questo sport, e al Tour stesso, campionissimi come Gino Bartali, Marco Pantani, Fausto Coppi, per ricordarne solo alcuni. 

Il Tour in Italia

Oltre 600 chilometri di percorso per tre tappe: Firenze-Rimini; Cesenatico-Bologna; Piacenza-Torino. Un omaggio a un Paese in cui ciclismo è uno sport tra i più amati. E ad alcuni campioni che in queste terre sono nati.  Come Marco Pantani, miglior giovane del Tour nel 1994 e 1995, e vincitore nel 1998, con il trionfo sul Galibier, nello stesso anno in cui aveva conquistato anche il Giro d’Italia. A Pantani è dedicata la tappa Cesenatico-Bologna, che prende le mosse proprio dalla località sulla costa romagnola in cui il Pirata è vissuto e che ancora oggi ne custodisce orgogliosamente il ricordo.  E che arriverà al Colle di San Luca, già teatro della Grande Partenza del Giro d’Italia del 2019, dopo aver ripercorso parte del circuito dei Mondiali di Imola del 2020, tratti suggestivi che incantarono i telespettatori di ogni Paese.

E con Pantani, Gino Bartali, vincitore di due Tour de France nel 1938 e nel 1948, e Gastone Nencini sul podio nel 1960.  Ai due campionissimi toscani è stata dedicata la tappa Firenze-Rimini, con il passaggio davanti al museo Bartali a Ponte a Ema, la località che ha dato i natali al grande scalatore.

Per concludere col tributo a Fausto Coppi, il campionissimo sul podio del Tour nel 1949 e nel 1952, e che sarà celebrato nella tappa Piacenza-Torino. Da qui – per l’esattezza da Pinerolo – i ciclisti del Tour ripartiranno per dirigersi in territorio francese.

Le tappe emiliano-romagnole

Le tappe emiliano-romagnole del Tour sono state percorse dai giovani atleti di #inEmilia-Romagna Cycling team, la squadra di ciclismo under23 promossa da Apt Servizi. Un modo per testare le caratteristiche di percorsi che vedono, per quanto riguarda i 200 km della Cesenatico-Bologna, un tratto pianeggiante lungo la Costa romagnola per poi lasciare il campo alle prime salite, in particolare quella di Cima Gallisterna nell’Imolese, per concludersi con le difficoltà dell’anello del Colle di San Luca con una pendenza del 10,6%.

Si snodano interamente nel cuore della Pianura Padana i 225 km della Piacenza-Torino, un tracciato pianeggiante che prende in prestito alcune strade dalla Milano-Sanremo, ideale per mettere alla prova soprattutto i velocisti.

Prevalentemente appenninica invece la prima tappa Firenze-Rimini: 205 km con un dislivello di quasi 4mila metri e una serie di ripide salite fino al passaggio nella Repubblica di San Marino, per poi dirigersi verso il mare di Rimini.

Bonaccini: "E' un fatto storico"

“È un sogno che si avvera, un fatto storico e di grandissima portata per le nostre comunità e il Paese - afferma il presidente Bonaccini -. Quando tre anni fa pensammo di portare il Tour in Italia, ricordo la prima volta che ne parlai insieme a Cassani e Prudhomme, ci sembrava impossibile e pochi forse ci credevano. Ma abbiamo lavorato con determinazione e i fatti oggi ci danno ragione. Fondamentale è stata la capacità di lavorare insieme delle Istituzioni, e ringrazio il sindaco Nardella, da subito prezioso compagno di viaggio, il Governo e il presidente Cirio, così come tutti i sindaci delle città sede di tappa e quelli dei comuni attraversati. E un grazie particolare va a Christian Prudhomme per aver creduto nel nostro progetto. Questa è davvero una straordinaria occasione per tutta l’Italia e lo sport italiano”.

“Quanto alla nostra regione - prosegue - dopo la Grande Partenza del Giro d’Italia 2019 da Bologna, i Mondiali di ciclismo a Imola nel 2020 e i tanti eventi internazionali in ogni disciplina, dalla Formula uno alla MotoGp, fino alla Coppa Davis, l’Emilia-Romagna taglia un altro traguardo di prestigio, forse il maggiore. Un premio a una terra di tantissimi appassionati e sportivi. Da oggi inizia un nuovo impegno, nostro e dei Comuni coinvolti, per organizzare al meglio questa straordinaria manifestazione, una festa di sport e di popolo che porterà qui tifosi e visitatori da ogni Paese”.

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