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La Rivierabanca vince e fa sognare, battuta la capolista Roseto davanti a 1.600 spettatori in estasi

Si riapre la corsa per la leadership della serie B. Prova di grande maturità per gli uomini di coach Mattia Ferrari sempre in controllo nel big match di giornata

E va bene così, senza parole. Gli altoparlanti del Flaminio alzano i decibel e i tifosi della Rivierabasket si fanno cullare dalla musica di Vasco Rossi. Doveva essere una domenica speciale e gli uomini di coach Mattia Ferrari non tradiscono le aspettative. Quello in arrivo da Rimini è un biglietto da visita piuttosto nitido. E’ Rinascita in tutti i sensi. Perché la Rivierabanca schianta la capolista Roseto (82-67 il finale), perché lo fa senza mai andare in blackout nemmeno per un momento lungo la cronologia e lo fa nel big match in cui al Flaminio vengono bruciati tutti i biglietti disponibili al 60% della capienza (circa 1.600 spettatori).

E’ una vittoria costruita con pazienza, di collettivo. A innescare la fiducia ci pensa in avvio soprattutto Tassinari, poi al valzer vuol dire la sua uno Scarponi ispirato (5 su 8 da tre punti) e infine a chiudere le danze ci pensa Masciadri dalla mattonella dell’angolo con triple che spezzano definitivamente le gambe degli ospiti. Dopo l’80-72 dell’andata a favore di Roseto, la Rivierabanca ribalta anche la differenza canestri e con una gara ancora da recuperare ora inizia seriamente a soffiare sul collo della capolista. Ora gli uomini di coach Quaglia devono stare attenti, con un solo passo falso di fatto si può riaprire ufficialmente la corsa per la leadership del girone.

La Rvierabanca costruisce l’impresa gettando solide basi. Senza mai andare fuori giri. Come un muletto la squadra di coach Ferrari continua a fare il proprio compito. Avanti e indietro. Spesso molto bene in attacco, a sprazzi in difesa ma dando comunque quasi sempre la sensazione di voglia ed energia. Pur con Saccaggi ancora costretto a rimanere in tuta, con Mladenov nemmeno e referto, Rimini dimostra di avere davvero più fame. Fino al 35’ la partita è equilibrata, ancor più di quanto dice il risultato finale.

Il massimo vantaggio viene costruito solo nei minuti finali. E spesso, ancora nel secondo tempo, la partita in alcuni aspetti sembra destinata ad andare fino in fondo al cardiopalma. I biancorossi provano a osare già nella prima frazione, quando Rinaldi scrive un timido ma ben augurante +8 (17-9) al 6’. Al 10’ il tabellone del Flaminio dice 19-16 dopo la tripla di Mei a ricucire. Il secondo quarto è equilibrato, 23-23, 35-33 alla pausa lunga. Roseto nella ripresa prova a girare l’inerzia, soprattutto con Nikolic, l’ultimo dei suoi ad alzare bandiera bianca. Ma Scarponi e compagni resistono agli affondi, sul 36-38 proprio con Nikolic Roseto prova a mettere il naso avanti. Ma è un fuoco di paglia. Scarponi suona la carica quando conta davvero e al 30’ è apertissima 53-52. Roseto si scioglie nel finale, Rimini non molla mai: punto esclamativo del +10 con Masciadri, titoli di cosa con la tripla di tabella di Arrigoni che vale il 75-62. I 1.600 dei Flaminio sono in estasi, la squadra va a far festa sotto la curva. “Noi vogliamo tornare in serie A”, si sente cantare. Euforia alle stelle. Con tutti i biglietti venduti. Ha proprio ragione Vasco Rossi. E va bene così. Senza parole.

Rimini 82 - Roseto 67

Rimini: Tassinari 17, Rossi, Amati, Carletti, Scarponi 17, Rivali 7, Arrigoni 7, Bedetti 5, Rinaldi 9, Fabiani 4, Masciadri 16, Saccaggi. All.: Ferrari.
Roseto: Gaeta, Zampogna 9, Di Emidio 7, Bassi, Mei 8, Pastore 6, Amoroso 6, Mraovic 2, Nikolic 22, Serafini 7. All.: Quaglia.

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