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VIDEO | False assunzioni di stranieri per ottenere i permessi di soggiorno, blitz della Squadra mobile

I principali indagati entravano in contatto con gli extracomunitari e fornivano loro dietro pagamento del denaro la documentazione necessaria ad attestare i rapporti di lavoro fittizi

E' scattato all'alba di lunedì il blitz della Squadra mobile di Padova che, al termine di un'indagine, ha smascherato un vasto giro di assunzioni illegali di stranieri per ottenere il permesso di soggiorno e che ha coinvolto anche il riminese. Il personale della Questura patavina ha eseguito cinque misure cautelari personali ed interdittive - disposte dal Gip del Tribunale di Padova - nei confronti di altrettanti soggetti di nazionalità italiana residenti nelle province di Padova (nel capoluogo e nel comune di Monselice) e di Rovigo (nei comuni di Porto Viro e Fiesso Umbertiano). L'indagine ha preso avvio sul finire del 2020 a seguito degli accertamenti effettuati dalla Questura di Padova per verificare i rapporti lavorativi dichiarati e documentati da alcuni soggetti di nazionalità nigeriana in sede di richiesta di rinnovo e conversione del titolo di soggiorno per motivi di lavoro, essendo emersi dubbi circa l'effettività dei rapporti dichiarati. 

A carico degli indagati, fra cui due professionisti (un consulente del lavoro ed un avvocato), sono stati ipotizzati il reato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e quelli di falso materiale ed ideologico, ipotesi queste ultime di cui il sodalizio è chiamato a rispondere insieme a un 67enne di Poggio Renatico (Ferrara) e 77 stranieri, tutti indagati a piede libero. Ad essere individuata e scoperta - grazie a un'approfondita attività che ha richiesto pure il ricorso alle intercettazioni telefoniche - è stata un’associazione criminale operante dal 2020 ad oggi nelle province di Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza, Treviso, Ferrara, Parma, Ravenna e Rimini, il cui scopo principale era realizzare dietro pagamento di denaro (somme che si aggiravano intorno ai 2.000 euro a pratica) un numero indeterminato di atti e documenti falsi quali contratti di assunzione e buste paga - emessi per il tramite di società appositamente costituite e di fatto non operative, e di cui sono risultati titolari in periodi differenti tre degli indagati destinatari di misura cautelare - al fine di far ottenere il rilascio o il rinnovo di permessi di soggiorno per i 77 soggetti stranieri indagati, che altrimenti non ne avrebbero avuto alcun titolo. Nel riminese sarebbero 4 i contratti di lavoro dubbi che hanno portato all'emissione di altrettanti permessi di soggiorno che, adesso, sono al vaglio degli inquirenti.

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