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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Riccione

Per l'Appello non fu sequestro di persona, maxi sconto di pena. Il caso legato a un debito di droga

I giudici di Bologna hanno riqualificato l'imputazione in tentata estorsione, i tre imputati avevano bloccato un ragazzino per un debito di droga

La riqualificazione del capo d'imputazione, da sequestro di persona a tentata estorsione, da parte dei giudici della Corte d'Appello di Bologna è valsa un maxi sconto di pena a tre giovani senegalesi che in primo grado erano stati condannati a 12 anni di reclusione. Il gruppo, difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù, è stato infatti ritenuto colpevole con una pena di 2 anni e 6 mesi ciascuno oltre alla revoca dell'espulsione dal territorio nazionale e delle varie interdittive e alla rimessa in libertà. Nella sentenza della Corte d'Assise di Rimini per il principale accusato, un 18enne, la condanna era stata di 12 anni e 4 mesi; il secondo imputato, un 25enne, la condanna era stata di 11 anni, 11 mesi e 10 giorni di reclusione mentre il terzo, anche lui 25enne, doveva scontare 11 anni 8 mesi e 10 giorni.

I malviventi, nell'agosto del 2022, avevano preso di mira un 18enne di Busto Arsizio che in vacanza a Riccione era finito in mezzo suo malgrado a un debito di droga. Pochi grammi di cocaina che, al ragazzino, erano costati una notte d'inferno nonostante la difesa degli imputati avesse sostenuto che quella notte non c'era stato nessun sequestro e che la vittima non era stata sottoposta a nessun tipo di costrizione. La ricostruzione del 18enne milanese in aula, tuttavia, aveva visto il ragazzino particolarmente provato dall'esperienza raccontare come quella notte avesse temuto per la propria vita prima di essere salvato da due vigilantes che si erano resi conto della situazione e dall'intervento dei carabinieri della Compagnia di Riccione.

Il principale imputato, nel corso della sua testimonianza, aveva raccontato di essere evaso dai domiciliari a cui era ristretto a Milano per un'accusa di rapina per raggiungere gli amici in vacanza a Riccione. Dal banco dei testimoni, però, aveva sempre rigettato le accuse di spaccio spiegando di aver consegnato all'amico 24enne della vittima un paio di palline di cocaina che aveva acquistato per uso personale. Quando questi era fuggito senza pagare lo stupefacente avevano riconosciuto nel 18enne l'amico del fuggitivo chiedendo a lui di saldare il debito. E' a questo punto che la vittima era stata obbligata a chiamare il 24enne per farlo tornare a pagare mentre, nel frattempo, era stata portata a un bancomat per prelevare il denaro.

Il sequestratore, nel corso della testimonianza, aveva sempre sostenuto che non c'era stata alcuna costrizione nei confronti della vittima. L'intervento congiunto di vigilantes e carabinieri aveva interrotto il sequestro, durato circa un'ora, e fatto scattare le manette ai polsi dei tre senegalesi. Ne era nato un procedimento per il quale era intervenuta per competenza la Divisione Distrettuale anti Mafia di Bologna il tutto per 2 palline di cocaina non pagati per un valore di nemmeno 100 euro.

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