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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La fine orribile di Silvio Mannina, il cadavere ritrovato sepolto in un acquitrino

Il killer del milanese, ultimo fidanzato di Lidia Nusdorfi, ha indicato agli inquirenti dell'Arma il luogo dove aveva sepolto i resti dell'uomo. Una lunga operazione per riuscire ad estrarre il cadavere ricoperto da una 50ina di centimetri di acqua stagnante

Un buco nel fango di un aquitrino, nei pressi dell'ex cava In.Cal.System di San Martino dei Mulini, è tutto quello che rimane dopo che gli inquirenti hanno scavato per tutta la mattinata di giovedì in cerca del corpo di Silvio Mannina. Si può ormai considerare conclusa la lunga e difficile indagine dei carabinieri che hanno cercato di scoprire cosa c'era dietro la morte di Lidia Nusdorfi, uccisa nella stazione di Mozzate lo scorso primo marzo, e la scomparsa del suo ultimo fidanzato Silvio Mannina. La mano è sempre stata la stessa, ossia quella di Diritan Demiraj, il 29enne pasticcere albanese residente a Rimini, che ha organizzato nei minimi dettagli le due morti con la complicità della sua nuova fidanzata Monica Sanchi. Dopo le ricerche andate a vuoto nei giorni scorsi, mercoledì il 29enne ha deciso di confessare e, in un lungo interrogatorio, è crollato sotto le domande incalzanti degli inquirenti rivelando il punto esatto dell'ex cava dove aveva sepolto il cadavere.

Ritrovato il cadavere di Silvio Mannina

Venerdì mattina il killer di Mozzate è arrivato nelle campagne riminesi, scortato dai carabinieri, verso le 11 per indicare la dinamica degli ultimi istanti di vita di Mannina e indicare il punto dove aveva occultato il corpo. Demiraj si è subito diretto verso un terreno paludoso poco distante dal lago Azzurro e dove, la scorsa settimana, gli inquirenti avevano cercato senza sosta tracce del 30enne di origini milanesi ma che viveva a Bologna in un centro di accoglienza. In un primo momento, tuttavia, il 29enne pasticcere si è mostrato spaesato, quasi a non ricordare dove era avvenuto il fatto lo scorso 28 febbraio. In quasi due mesi, infatti, il livello della palude si era alzato nascondendo ogni traccia della fossa. Dopo un inizio incerto gli investigatori hanno individuato il punto esatto, coperto da una 50ina di centrimetri di acqua stagnante, e con la'ito dei vigili del fuoco iniziato a  scavare. Le operazioni sono procedute a rilento a causa dell'acqua ma, dopo che il fango della superfice è stato rimosso, è apparso subito chiaro che sotto la terra era nascosto un cadavere in corso di putrefazione. Alle 14.30 le voci sul ritrovamento hanno trovato la conferma ufficiale ed è stato richiesto l'intervento dei necrofori per la rimozione del corpo che è stato scoperto a una profondità di circa 80 centimetri e in posizione fetale.

Alle ricerche hanno partecipato una 30ina di persone, tra carabinieri, vigili del fuoco e volontari della protezione civile. A metà mattinata è arrivato anche il pubblico ministero e l'avvocato di Demiraj. Secondo quanto confessato dal killer, come era già stato ipotizzato, nella sera del 28 febbraio Demiraj e Monica Sanchi, la nuova fidanzata del pasticcere, avevano attirato con un inganno Mannina a Rimini per poi portarlo nella zona dell'ex cava In.Cal. System di San Martino dei Mulino dove, la scorsa settimana, si erano incentrate le ricerche dei carabinieri. Qui era nata una discussione, iniziata dal Demiraj per cercare di entrare in contatto con la Nusdorfi per parlare dei loro figli, e secondo il racconto dell'albanese i due erano venuti alle mani. A scatenare l'ira del 29enne, sempre secondo quanto avrebbe dichiarato il killer, era stata la scoperta che nel cellulare di Mannina c'erano delle foto spinte della Nusdorfi e messaggi dal contenuto hard. Il 29enne avrebbe quindi perso la testa e, stando alle sue dichiarazioni, avrebbe preso a pugni il Mannina per poi strangolarlo con un cavo elettrico. Sarebbe poi stata la Sanchi a tornare a Rimini per procurarsi un badile con il quale seppellire il cadavere.

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