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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Infermieri in prima linea in Pronto soccorso. "Non ci sostituiremo ai medici, ma la formazione è partita"

Intervista a Nicola Colamaria, presidente dell'Opi: "Può capitare di attendere dieci ore per levare dei punti di sutura. Su queste cose l’ambulatorio infermieristico al Pronto soccorso può segnare una svolta"

“Può capitare di attendere dieci ore per levare dei punti di sutura. Su queste cose l’ambulatorio infermieristico al Pronto soccorso può segnare una svolta”. Ne è convinto Nicola Colamaria, presidente dell’Opi (Ordine professioni infermieristiche), ora che il progetto di realizzare gli ambulatori degli infermieri è vicino alla svolta. “Sono a conoscenza del fatto che è partita la formazione, uno dei criteri è legato sull’anzianità professionale e adesione su base volontaria. Mi auguro che per l’estate l’ambulatorio sia in funzione, ma attendiamo ancora il progetto definitivo dell’Ausl”.

Presidente Colamaria, si va verso il progetto pilota con la nascita degli ambulatori. Lei lo aveva annunciato da mesi. I tempi sono davvero maturi?

“E’ importante che si riesca a partire prima dell’estate, quando ci saranno le maggiori criticità. L’ambulatorio non sarà un’entità isolata, ma sarà una sala al fianco di dove operano i medici. Questo perché l’infermiere può valutare se la casistica rientra nel progetto e si può procedere e se invece c’è la necessità dell’intervento del medico”.

Può fare degli esempi di casistiche che verranno trattate?

“Sono in realtà interventi che hanno sempre fatto gli infermieri, ma alla presenza del medico. Può essere il caso di una semplice rimozione di punti di sutura, scottature solari, rimozione di una zecca, problemi oculari minori. Sempre e comunque patologie che non mettono a rischio la vita del pazienze e che si riescono a curare in autonomia”.

Eppure tra i medici c’è chi promette battaglia. Alcuni sindacati non sono per nulla convinti. Cosa ne pensa?

“Sono speculazioni sindacali. In Toscana questa attività esiste da 15 anni, a Ferrara è partito un progetto simile e non si sono sollevate grandi polemiche. E’ un’attività sovrapponibile. E aggiungo che non si sta inventando nulla: questa metodologia proviene dall’Inghilterra. E anzi ci sono attività, come la rimozione dei punti di sutura, che non dovrebbero nemmeno accedere al pronto soccorso”.

In Italia c’è un abuso di accessi al pronto soccorso?

“Sicuramente, ma non è certo colpa dei cittadini. Perché non hanno alternative e si trovano costretti ad accedere ai Pronto soccorso. Si sta parlando tanto delle Case delle Salute, ecco un domani questo ambulatorio, con attività mirate, dovrà essere immaginato in quella collocazione”.

Il nuovo ambulatorio infermieristico quanto inciderà nel numero degli accessi globale al pronto soccorso?

“Si stima una percentuale di poco inferiore al 10%. Ma pensiamo che ormai un codice verde ha un minimo di 240 minuti di attesa, su questo tema possiamo fare passi in avanti”.

Il cittadino avrà possibilità di scelta?

“Attendiamo i dettagli del progetto, ma sarà così. Al paziente sarà data la scelta se attendere per essere visitato dal medico, o se preferisce usufruire del servizio ambulatoriale”.

Lei è un infermiere del 118 e spesso opera sulle automediche. Che idea si è fatto sulla scelta di sopprimere una delle automediche del Riminese?

“Devo essere sincero e affermare che non c’è altra soluzione. La verità è che non ci sono i medici, è certamente un provvedimento forte e d’urgenza, noi come ordine professionale abbiamo chiesto anche di implementare la formazione per gli infermieri che operano in questo settore. I medici per il pronto soccorso oggi non si trovano, figuriamoci per le auto mediche. I motivi? Non è colpa certo dell’Ausl Romagna, sta capitando in tutta Europa: il medico si trova in situazioni di forti conflittualità, con denunce, tanti processi, spese legali e assicurative. In più i giovani fanno fatica a inserirsi, perché si trovano in un contesto complicato con turni di lavoro esagerati”.

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