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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Iniziano i saldi estivi, ma gli affari sono in calo. Si stima una spesa di 140 euro a famiglia

La stagione dei saldi che si aprirà giovedì sarà particolarmente interessante per i consumatori e pieno di aspettative per gli imprenditori commerciali. Resta l’incognita consumi

Giovedì, 6 luglio, partono i saldi estivi in Emilia-Romagna. Per 60 giorni sarà possibile acquistare, risparmiando, articoli di qualità nei negozi di tutta la regione. Il posticipo dei saldi è stato deciso dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome, in accordo con le organizzazioni locali dei consumatori e delle imprese.

Per il presidente di Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini: “Riparte il rito collettivo dei saldi, un’ottima occasione per tutti coloro che cercano di acquistare prodotti di qualità con ottimi prezzi e sconti notevoli e anche quest’anno i consumatori potranno trovare un’ampia scelta a prezzi veramente vantaggiosi”.

La stagione dei saldi che si aprirà giovedì sarà, quindi, particolarmente interessante per i consumatori e pieno di aspettative per gli imprenditori commerciali. Resta l’incognita consumi. Nei primi tre mesi del 2023 i redditi tornano a crescere, ma il potere d’acquisto delle famiglie è ancora sotto (-1,1%) ai livelli del 2019. E incertezza e tassi di interesse frenano ulteriormente le prospettive di consumo. Più reddito, ma meno consumi. La crescita dell’occupazione sostiene il recupero del potere d’acquisto e dei redditi, ma le famiglie continuano a contenere le spese, sacrificando 7,5 miliardi di euro di potenziali consumi per ricostituire il risparmio perduto nell’ultimo anno a causa del caro-vita. A stimarlo è Confesercenti, sulla base dei dati diffusi da Istat su redditi e risparmi delle famiglie italiane.

In una fase congiunturale di grande complessità, la tenuta del mercato del lavoro (+106mila occupati nel primo trimestre 2023 rispetto al quarto trimestre 2022) si sta rivelando fattore di sostegno dei redditi delle famiglie, che secondo i dati diffusi ieri dall’Istat sono aumentati nello stesso periodo del 3,2%. L’incertezza sui prossimi mesi spinge però le famiglie ad adottare comportamenti di grande prudenza, volti a preservare un margine di risparmio e a contenere di conseguenza la spesa per consumi. Ciò anche per il progressivo venire meno della liquidità resa disponibile dalle misure di contrasto monetario della pandemia.

Nel primo trimestre 2023 la spesa per consumi delle famiglie italiane ha così registrato una variazione congiunturale del +0,6%, molto inferiore al +3% osservato nel trimestre finale del 2022. Il rallentamento è peraltro coerente con la stabilizzazione dell’inflazione, che nella misura fornita dal deflatore dei consumi delle famiglie è scesa, sempre in termini congiunturali, dal 4,8% del quarto trimestre 2022 allo 0,1% del primo trimestre 2023. Ciò ha permesso di registrare una crescita del potere d’acquisto del +3,1%, particolarmente elevata in prospettiva storica, ma comunque insufficiente a recuperare la perdita subita nell’ultimo trimestre 2022. Va inoltre sottolineato che il livello del potere d’acquisito delle famiglie resta oggi inferiore dell’1,1% rispetto alla situazione pre-pandemica.

Nel permanere dell’incertezza sul futuro, le famiglie hanno preferito destinare la maggior parte dell’incremento di reddito al risparmio, riducendo di 2,3 punti la propensione al consumo. Anche in questo caso, tuttavia, non è stato possibile recuperare per intero il margine di risparmio eroso lo scorso inverno per far fronte all’accelerazione dei prezzi. E per i prossimi mesi la spesa delle famiglie potrebbe essere ulteriormente frenata dal livello raggiunto dai tassi di interesse, che incentiva a destinare al risparmio una parte più ampia del reddito disponibile. Ciò a condizione che l’occupazione conservi l’attuale dinamica crescente e fintanto che l’indebolimento della congiuntura, che sembra ormai avviato, non si trasmetta anche al mercato del lavoro.

La Fismo Confesercenti (Federazione Italiana Settore Moda), per garantire la massima trasparenza nello svolgimento delle vendite, come ogni anno, indirizza ai propri associati e ai consumatori, un decalogo che invita caldamente a rispettare e che prevede di:

- Indicare in modo chiaro e ben leggibile la composizione del prezzo di vendita al pubblico (prezzo originario, percentuale di sconto, prezzo scontato in euro)

- Accettare pagamento con assegni, carta di credito e bancomat secondo i termini delle relative convenzioni.

- In caso di vizi o mancata conformità rispetto alle caratteristiche descritte del bene venduto in occasione dei saldi, seguire le ordinarie norme in materia di garanzia.

- In casi diversi dal vizio o dalla mancata conformità la sostituzione del capo è a discrezione del titolare dell’esercizio.

- Consentire la prova dei capi in vendita per verificare la corrispondenza della taglia.

- Non esibire sconti generici, specie se riferiti soltanto ad alcuni articoli.

- Rendere visibile l’interno del negozio.

- Evidenziare all’esterno le taglie eventualmente disponibili.

- Usare la massima cortesia.

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